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Province, il governo adesso vuole cancellarle tutte

Il colpo di scena arriva nel pomeriggio, al termine del summit di maggioranza a Palazzo Grazioli chiamato ad apportare ulteriori aggiunte alla Finanziaria. Giovedì il Consiglio dei ministri approve…

Pubblicato il: 06/09/2011 – 17:49
Province, il governo adesso vuole cancellarle tutte

Il colpo di scena arriva nel pomeriggio, al termine del summit di maggioranza a Palazzo Grazioli chiamato ad apportare ulteriori aggiunte alla Finanziaria. Giovedì il Consiglio dei ministri approverà l`introduzione nella Costituzione della “regola d`oro” sul pareggio di bilancio e la cancellazione delle Province con conseguente trasferimento delle loro funzioni alle Regioni. Il voto finale sulla manovra al Senato è fissato per domani. La Conferenza dei capigruppo ha infatti accolto le richieste di accelerare i tempi di approvazione del provvedimento economico anche se si aspetta il maxiemendamento su cui l`esecutivo porrà la fiducia.
Ma ritorniamo agli enti intermedi che saranno cancellati attraverso un disegno di legge costituzionale. Cosa significa questo? Il disegno di legge costituzionale deve essere approvato da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi. Nel caso in cui la deliberazione, nella seconda votazione di ciascuna delle Camere, non sia avvenuta a maggioranza di due terzi dei loro componenti ma a semplice maggioranza assoluta, può essere richiesto un referendum confermativo, da un quinto dei membri di una Camera, da cinque consigli regionali o da 500mila elettori. Attualmente sono 110 le Province presenti nel Paese ma non è chiara la tempistica con la quale la soppressione degli enti intermedi entrerà in vigore.
Quello che invece appare certo è che con l`abolizione delle Province spariranno gli uffici statali. A questa mancanza si sopperirà con l`informatizzazione e gli sportelli distaccati. Non è finita qui: addio a prefetture, questure, comandi provinciali di carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco, direzioni provinciali del lavoro, uffici scolastici provinciali, agenzie delle entrate, motorizzazione, Inps, Inail, Inpdap, Camere di commercio, Aci e tutti gli altri uffici statali o parastatali. Naturalmente i servizi rimarranno: pompieri e carabinieri, per esempio, continueranno ad avere tutte le loro caserme e la polizia i suoi commissariati. Gli altri uffici prima alle dipendenze delle Province passeranno sotto l`egida delle Regioni. Certo, i dubbi sul tappeto restano tutti. Come quello che riguarda il sistema delle autonomie locali: saprà tenere botta a una rivoluzione di tale portata?

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