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Kate Omoregbe, vicenda a lieto fine

Con la decisione assunta dal competente ufficio del Viminale, la vicenda di Kate Omoregbe si è conclusa positivamente. La cittadina nigeriana, 34 anni, ha ottenuto la protezione umanitaria dal nost…

Pubblicato il: 08/09/2011 – 11:15
Kate Omoregbe, vicenda a lieto fine

Con la decisione assunta dal competente ufficio del Viminale, la vicenda di Kate Omoregbe si è conclusa positivamente. La cittadina nigeriana, 34 anni, ha ottenuto la protezione umanitaria dal nostro Paese, dopo aver rischiato il rimpatrio nello stato africano, in cui sarebbe stata lapidata per non aver accettato la conversione all`Islam e un matrimonio combinato. Adesso la giovane tornerà in Calabria, dove sarà ospite di un istituto religioso che si prenderà cura di lei.
Per paradosso, i problemi di Kate sono cominciati nel momento in cui ha finito di scontare una pena per spaccio di droga, accusa che ha sempre respinto. Quando è stata rimessa in libertà, uscendo dal carcere di Castrovillari dov`era detenuta, avrebbe potuto infatti correre il rischio del rimpatrio forzato. Kate era pronta a recarsi in una struttura religiosa sino al 19 ottobre, data in cui era stata fissata l`udienza al Tribunale di sorveglianza di Roma che avrebbe dovuto decidere sulla sua istanza. Invece la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione, organismo con sede nella Capitale, ha già esaminato la richiesta di asilo della giovane, concedendole, come detto, la protezione umanitaria ma non lo status di rifugiata.
Certamente, sulla felice – e soprattutto celere – conclusione della vicenda hanno influito le pressioni che da molte parti sono giunte sulle autorità italiane per risolvere la questione di Kate. Una petizione a suo favore era stata promossa dall`associazione americana “Care 2” mentre al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, erano state presentate oltre 12mila firme. Particolarmente attivo per salvare la ragazza dalla lapidazione è stato il leader del movimento “Diritti civili”, Franco Corbelli. A rendere nota la concessione della protezione umanitaria sono stati il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e quello delle Pari opportunità, Mara Carfagna, secondo cui «ancora una volta l`Italia ha dato prova di essere un Paese in prima linea nella lotta per il rispetto dei diritti fondamentali, tra questi, in particolare, la tutela della vita e il rispetto della donna».

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