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Kate Omoregbe tornerà in Calabria

Kate Omoregbe tornerà in Calabria. La giovane nigeriana, che ha rischiato la lapidazione, evitata grazie alla concessione della protezione diplomatica da parte del nostro Paese, sarà ospite di un i…

Pubblicato il: 08/09/2011 – 19:42
Kate Omoregbe tornerà in Calabria

Kate Omoregbe tornerà in Calabria. La giovane nigeriana, che ha rischiato la lapidazione, evitata grazie alla concessione della protezione diplomatica da parte del nostro Paese, sarà ospite di un istituto religioso che si prenderà cura di lei. A renderlo noto è stato Franco Corbelli, leader del movimento “Diritti civili”, che fin dal primo momento è stato particolarmente attivo per evitare un eventuale rimpatrio forzato della donna, che sarebbe stata lapidata per non aver accettato la conversione all`Islam e un matrimonio combinato.
I problemi di Kate, 34 anni, sono cominciati nel momento in cui ha finito di scontare una pena per spaccio di droga, accusa che ha sempre respinto. Quando è stata rimessa in libertà, uscendo dal carcere di Castrovillari dov`era detenuta, avrebbe potuto infatti correre il rischio dell`espulsione dal suolo nazionale. Kate era pronta a recarsi in una struttura religiosa sino al 19 ottobre, data in cui era stata fissata l`udienza al Tribunale di sorveglianza di Roma che avrebbe dovuto decidere sulla sua istanza. Invece la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione, organismo con sede nella Capitale, ha già esaminato la richiesta di asilo della giovane, concedendole, come detto, la protezione umanitaria ma non lo status di rifugiata.
Certamente, sulla felice – e soprattutto celere – conclusione della vicenda hanno influito le pressioni che da molte parti sono giunte sulle autorità italiane per risolvere la questione di Kate. Una petizione a suo favore era stata promossa dall`associazione americana “Care 2” mentre al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, erano state presentate oltre 12mila firme. A comunicare la concessione della protezione umanitaria sono stati il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e quello delle Pari opportunità, Mara Carfagna, secondo cui «ancora una volta l`Italia ha dato prova di essere un Paese in prima linea nella lotta per il rispetto dei diritti fondamentali, tra questi, in particolare, la tutela della vita e il rispetto della donna».

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