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E l`opposizione batte un colpo. Finalmente

«Pieni poteri a re Scopelliti, ci dica lui dove andare a curarci». Perché in Calabria non sarebbe più possibile. Parlano del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro sulla sanità i…

Pubblicato il: 08/09/2011 – 20:07
E l`opposizione batte un colpo. Finalmente

«Pieni poteri a re Scopelliti, ci dica lui dove andare a curarci». Perché in Calabria non sarebbe più possibile. Parlano del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro sulla sanità i consiglieri regionali di minoranza. Lo fanno durante una conferenza stampa, convocata in tutta fretta dopo il mancato confronto nella terza commissione consiliare e dopo le turbolenze nella maggioranza per le dimissioni di Nazzareno Salerno da presidente della stessa commissione. Alla conferenza hanno preso parte De Gaetano (Progetto democratico), Guccione, Censore e Scalzo del Pd e Ajello (Progetto democratico). Il governatore (e commissario) non ha alcuna intenzione di aprire un dibattito con chicchessia: «Qualunque invito per conoscere lo stato dell’arte con l’individuazione delle politiche di attuazione del piano di rientro va concordata con lo Scrivente (lettera maiuscola, trattasi di Scopelliti) che valuterà di volta in volta se riferire direttamente o tramite suo apposito delegato». La lettera è chiara. Non se ne parla proprio. Anzi, sono io – scrive Scopelliti – a stabilire quando se ne parla. «Che arroganza» tuona Guccione. «Qui in Calabria non sono garantiti i livelli minimi di assistenza e il commissario si permette il lusso di evitare ogni confronto».
«Siamo stati eletti per rappresentare i nostri cittadini oppure no?» si domanda Bruno Censore, preoccupato dall’assenza di interesse per l’assise regionale da parte del presidente di giunta. «Scopelliti ha combattuto per il commissariamento e non per evitarlo, in modo da poter gestire in autonomia il settore sanità» rincara la dose Ajello, consigliere di SeL e vicepresidente della terza commissione cui oggi il governatore – così come i sub commissari e l’Azienda sanitaria di Vibo – ha marcato visita. «Ci sarebbero anche i soldi, quei famosi 900 milioni di euro di premialità – ha detto Ajello – che qualcuno voleva utilizzare per fini politici». Invece, sono lì, a disposizione dei calabresi, denunciano i consiglieri regionali di minoranza, purché si proceda spediti col piano di rientro. «900 milioni sono una cifra molto vicina a quel miliardo a cui ammonterebbe il debito della sanità calabrese» ha ricordato Guccione. Che si interroga sulla incapacità di gestire il piano di rientro e sull’effettivo debito che «a me pare stia aumentando» continua l’esponente dei democrat. «Nella prossima riunione prevista per il 26 di settembre vogliamo avere sul tavolo i bilanci delle aziende sanitarie – tuona ancora Ajello -. Perché Scopelliti non si preoccupa della qualità della sanità in Calabria piuttosto che delle nomine? Se è un uomo coraggioso apra una commissione d’inchiesta sugli accreditamenti delle strutture private e mandi a casa i suoi amici manager che producono debiti su debiti». «Ma quale sanità? Questo è il fallimento delle politiche sanitarie» ha chiosato Censore. Che ha citato un’emergenza e un caso emblematico del suo territorio: «A Vibo è prevista un’ambulanza ogni 60mila abitanti. Da noi ce ne sarebbero 2 e mezza, ma sono guaste. E affittarla dai privati ci costa mille euro al giorno. Alla faccia del risparmio e della fase di “lacrime e sangue”». Per Censore non rimane che una via: le dimissioni di Scopelliti da commissario ad acta, incapace a tutt’oggi di farsi approvare il piano di rientro sulla sanità calabrese al “Tavolo Massicci”. A caldo, a conclusione dei lavori della commissione, si era espresso anche Pasquale Tripodi (Gruppo misto), definendo «istituzionalmente un fatto scandaloso l’assenza dei commissari dell’Asp di Vibo e la lettera con cui il presidente Scopelliti avverte il consiglio regionale che non deve occuparsi di sanità».

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