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Estorsione a Berlusconi, perquisite le società romane di due imprenditori calabresi

La finestra calabrese rischia di diventare un filone dell`indagine della Procura di Napoli nell`ambito della quale, nelle scorse settimane, sono stati arrestati Giampaolo Tarantini e la moglie, Ang…

Pubblicato il: 13/09/2011 – 23:00
Estorsione a Berlusconi, perquisite le società romane di due imprenditori calabresi

La finestra calabrese rischia di diventare un filone dell`indagine della Procura di Napoli nell`ambito della quale, nelle scorse settimane, sono stati arrestati Giampaolo Tarantini e la moglie, Angela Devenuto, accusati di estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Dopo l`interrogatorio di Tarantini, in cui i pm Curcio, Piscitelli e Woodcock hanno chiesto all`indagato alcune precisazioni sui suoi rapporti di lavoro con la società “Andromeda” e sui suoi contatti con l`avvocato Nico D`Ascola, poche ore fa sono state perquisite le sedi della “Crea Centro Servizi” e della “Team Service”. Su disposizione della Procura, la Digos si è presentata in via del Castro Pretorio a Roma e in via Negri a Fonte Nuova dove hanno sede le due società a responsabilità limitata, gestite dai fratelli Antonio e Bruno Crea, originari di Melito Porto Salvo. Al momento della perquisizione, uno dei due fratelli non si trovava nella Capitale. Era partito da poco per rientrare in Calabria per cui l`interrogatorio di entrambi è stato fissato per oggi. Evidentemente, i tre pubblici ministeri vogliono capire il perché, a un certo punto, si interruppero i rapporti tra Tarantini e l`avvocato Nico D`Ascola, il noto penalista reggino che, assieme al collega Nicola Quaranta, lo difese nella vicenda delle escort.? Il filone calabrese dell`indagine porta anche a Bruno Crea, il cui nome compare nell`inchiesta “Cento anni di storia” che la Dda di Reggio Calabria, condusse contro le cosche Piromalli, Molé e Alvaro. Con una di queste famiglie mafiose sembrerebbe che l`imprenditore abbia legami di parentela. Intanto Ghedini e D`Ascola smentiscono categoricamente, attraverso note stampa, di aver trovato lavoro a Tarantini.
D`ASCOLA «Dalla lettura di alcuni quotidiani apprendo che io avrei dichiarato di aver trovato lavoro, insieme all`avvocato Niccolò Ghedini, presso la società Andromeda, al signor Giampaolo Tarantini. La circostanza è assolutamente falsa». Lo afferma l`avvocato Nico D`Ascola. «I fatti – aggiunge il penalista – da me riferiti ai pubblici ministeri di Napoli, che per ragioni di ovvio riserbo non posso divulgare, sono ben diversi. In conclusione, nessun ruolo vi è stato, né da parte mia né da parte dell`avvocato Ghedini, nel reperire alcun posto di lavoro al Tarantini».
GHEDINI «Le notizie apparse quest`oggi su alcuni quotidiani relativamente ad una mia compartecipazione al reperimento di un lavoro per il signor Tarantini, unitamente al suo difensore avvocato D`Ascola, sono totalmente inventate»: lo afferma l`avvocato Niccolò Ghedini in una nota. «Mai la Procura di Napoli lo ha ipotizzato nell`incontro di ieri, né l`avvocato D`Ascola ha rilasciato, per quanto mi consta, le dichiarazioni riportate sempre dai giornali. Proprio dagli atti – aggiunge – sarà facile dimostrare come tale diffamatoria ricostruzione sia completamente destituita di ogni fondamento. Nè io né l`avvocato D`Ascola abbiamo mai conosciuto o avuto contatti con la società dove lavorava il Tarantini, né ci siamo minimamente occupati per reperirgli tale lavoro».

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