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I tagli ai costi della politica rimangono virtuali

REGGIO CALABRIA La rivoluzione annunciata è rimasta tale nel senso che il consiglio regionale riunitosi questa sera e chiamato a tagliare i costi della politica calabrese, ha preso sì una serie di …

Pubblicato il: 19/09/2011 – 20:53
I tagli ai costi della politica rimangono virtuali

REGGIO CALABRIA La rivoluzione annunciata è rimasta tale nel senso che il consiglio regionale riunitosi questa sera e chiamato a tagliare i costi della politica calabrese, ha preso sì una serie di decisioni, ma molte delle quali entreranno in vigore solo a partire dal 2015. Un esempio? L’abolizione del vitalizio. Per non parlare della riduzione dei componenti della giunta regionale, degli assessori esterni (da quattro a due) e della cancellazione della figura del sottosegretario per le quali servirà modificare lo Statuto. Tutto rimandato alla prossima legislatura. Sulla tanto sbandierata riduzione dei consiglieri regionali dagli attuali cinquanta agli originari quaranta la maggioranza di centrodestra ha scelto di aspettare le decisioni che saranno adottate in questa direzione dal Parlamento. È fallito il tentativo del gruppo democrat di modificare lo carta statutaria sin da subito e procedere al taglio dei consiglieri. La proposta di legge approvata a maggioranza stabilisce la riduzione del 10% della struttura e del finanziamento per i gruppi consiliari anche se questo argomento, in conferenza dei capigruppo, non sono mancate le tensioni perché in molti, soprattutto sul fronte del centrodestra, hanno mal digerito la proposta (in seguito bocciata) formulata da alcuni esponenti del centrosinistra di procedere a una rendicontazione puntuale sulle attività e sulle spese sostenute dai singoli gruppi consiliari. Nel testo di legge approvato con i voti da Pdl, Udc e “Scopelliti Presidente” sono stati fissati a tre i collaboratori della struttura ausiliaria dei dipartimenti della giunta regionale. Riduzioni di organico sono previste anche per gli uffici di gabinetto. Vengono, inoltre, fissate le dotazioni degli addetti alle segreterie particolari di presidente (fino ad un massimo di sei unità), vicepresidente (quattro unità) e assessori (tre unità). Contestualmente al rinnovo dell’Ufficio di presidenza (che come stabilito dallo Statuto avverrà a metà legislatura) si procederà alla sforbiciata delle commissioni che passeranno da dieci a sei (due permanenti – Riforme e Affari europei – per la cui abolizione servirà una doppia approvazione in Aula, a cui vanno aggiunte due “speciali” Controllo contabile e Comitato per la fattibilità delle leggi). Aumenta, invece, la trattenuta (da 200 a 400 euro) per i consiglieri regionali assenti alla riunione di commisisione o di Consiglio. Disco verde, infine, a un ordine del giorno presentato dal presidente della giunta regionale che mira a rendere pubblica la situazione patrimoniale dei dirigenti in servizio a Palazzo Campanella e Palazzo Alemanni. In ogni caso, il consiglio regionale ha delegato la giunta affinché entro tre mesi sia prodotta una proposta complessiva per ridisegnare il nuovo volto della Regione. Certo, se questa doveva essere la svolta non c’è da essere felici.

LA RIVOLUZIONE SULLA “CAMPANELLA” Italia dei valori parla di un «vero e proprio blitz». Il centrodestra esulta e gongola per le spaccature registrate all`interno dell`opposizione. La “Fondazione Campanella” di Catanzaro (nata nel 2004 per volere dell`ex governatore Giuseppe Chiaravalloti per la ricerca in campo oncologico ma che negli ultimi anni ha accumulato una montagna di debiti) è stata trasformata dal consiglio regionale, sempre nella seduta di questa sera, con un voto a larga maggioranza, in «ente pubblico dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia organizzativa amministrativa e contabile». L`Aula ha recepito favorevolmente la proposta di legge formulata dalla giunta regionale nelle scorse settimane. Secondo quanto stabilito, la Fondazione «è lo strumento individuato da Regione ed università per garantire il diretto e costante coinvolgimento delle rispettive rappresentanze istituzionali nella gestione integrata delle funzioni di assistenza, di didattica e di ricerca necessarie allo sviluppo delle attività in campo oncologico ed al perseguimento degli obiettivi di politica sanitaria regionale. La Fondazione, infine, entra così a far parte del sistema sanitario regionale in conformità agli obiettivi della programmazione regionale, realizzando e organizzando un presidio sanitario, strutturato su base ospedaliera, idoneo ad assicurare, per l`intero territorio regionale, gli interventi sanitari in materia di prevenzione, di ricovero e cura degli infermi, di riabilitazione e di ricerca in campo oncologico».
Al momento del voto, solo i tre rappresentanti di Italia dei valori e il democrat Demetrio Battaglia hanno votato contro. Astensione per Bruno Censore e Carlo Guccione (Pd), Nicola Adamo, Peppe Bova e Pasquale Tripodi (gruppo Misto). Il resto del Pd e gli altri esponenti di centrosinistra si sono accodati alla maggioranza targata Pdl-Udc perdendo un`altra occasione per dimostrare di essere opposizione e non solo minoranza.
Tanto basta per far gridare allo scandalo i rappresentanti dipietristi: «Non si comprende l’indirizzo di questo istituto e non sono stati chiariti gli aspetti negativi che hanno contraddistinto questa Fondazione negli anni, che vedono tra l’altro un buco di risorse pubbliche pari a novanta milioni di euro, delle censure pesanti che ha fatto la corte dei conti e la Commissione nazionale sugli errori sanitari e disavanzi regionali mettendo in evidenza l’aspetto della denuncia della Corte costituzionale poiché non è possibile che, personale che non è stato selezionato con procedure di evidenza pubblica ma assunte con contratto e metodologia privatizia e trasformarli in dipendenti pubblici». Di parere opposto il governatore Peppe Scopelliti: «Salvare la Fondazione Campanella è un obbligo per la qualità dei servizi offerti dal centro al cittadino che soffre di patologie oncologiche e costituisce un vero esempio per tutto il sistema sanitario regionale».

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