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«La burocrazia regionale uccide le imprese»

COSENZA «Occorrono mesi per concludere l’iter di valutazione di uno stato d’avanzamento e occorrono settimane e settimane per registrare un decreto di liquidazione. Mentre la Commissione Europea va…

Pubblicato il: 21/09/2011 – 14:03
«La burocrazia regionale uccide le imprese»

COSENZA «Occorrono mesi per concludere l’iter di valutazione di uno stato d’avanzamento e occorrono settimane e settimane per registrare un decreto di liquidazione. Mentre la Commissione Europea vara una significativa semplificazione delle procedure per l’erogazione dei fondi per la ricerca industriale, gli uffici della Regione Calabria sembrano voler rendere il tutto sempre più complicato». È una burocrazia regionale fuori dal mondo (di certo fuori dall`Europa) quella descritta da Sergio De Julio, presidente del Terziario avanzato di Confindustria Cosenza. De Julio, già parlamentare del Pds (è stato anche membro della Commissione stragi e relatore sui fatti di Ustica), spiega, dopo le polemiche dei giorni scorsi sui sistemi di controllo e sulla sospensione dei pagamenti alla Calabria da parte di Bruxelles, come funzionano gli uffici della Regione. Potrebbe farlo usando una sola parola: malissimo. Ma preferisce articolare il ragionamento. Il suo è un racconto delle procedure visto dalla parte di chi si cimenta nel business con una piccola o media impresa.
«L’inadeguatezza del sistema regionale di gestione – dice – era già ampiamente nota alle imprese calabresi, in particolare a quelle che hanno partecipato al bando Pia del 2008. Ogni dipartimento coinvolto nella gestione sembra andare per conto proprio. In particolare, il settore Formazione professionale del dipartimento Lavoro sembra vivere a parte e lontano da ogni forma di coordinamento, tant’è che i fondi per la formazione non vengono erogati nonostante molte attività formative si siano concluse da tempo».
Per le piccole e medie imprese è già «difficile decidere di intraprendere un progetto di ricerca industriale, ma «se a queste difficoltà si aggiunge l’impossibilità di programmare i propri flussi di cassa perché l’erogazione dei contributi da parte della Regione è assolutamente imprevedibile, quella decisione può condurre al fallimento dell’impresa. E a tutto questo s’aggiunge la beffa della sospensione del pagamento dei fondi Ue alla Regione». Un quadro devastante, rispetto al quale «emerge l`assoluta insensibilità della burocrazia amministrativa regionale». De Julio, docente universitario che ha presieduto Calpark e l`Agenzia spaziale italiana, oltre ad aver fondato Exeura, una delle prime aziende spin-off nate nell`ateneo di Arcavacata nel campo dell`informatica, non ha dubbi: serve uno scatto in avanti. «Occorre – dice ancora – fare in fretta e bene. Due cose possibili da subito per il settore: la pubblicazione della graduatoria per il secondo bando Pia (Pacchetti integrati di agevolazione per industria artigianato e servizi) attesa da oltre due mesi e la valorizzazione dei piani dei Poli d’Innovazione già ridotti a tre anni rispetto all’articolazione originaria di cinque». Possibili, certo. A patto che la Calabria si accorga che occorre entrare in Europa.

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