È stata ridotta da 12 a 10 anni la pena per il sedicenne M.P. accusato di aver preso parte all`omicidio di Nicola Duro il giovane catanzarese ucciso il 7 giugno scorso nella periferia del capoluogo. I giudici della Corte di appello di Catanzaro hanno escluso l`aggravante della premeditazione e hanno riconosciuto al minore le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti.
Un omicidio, quello di Nicola Duro, che secondo la pubblica accusa sarebbe avvenuto per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom per lavare l`onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I parenti della ragazza, sempre stando all`ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del giovane padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro. Di quell`efferato delitto sono accusati Donato Passalacqua, 41 anni, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale, ritenuto uno dei capi carismatici dei rom del capoluogo e accusato di essere il mandante del delitto assieme a sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni. Il loro figlio di 19 anni, Antonio Passalacqua, ritenuto l`esecutore materiale dell`omicidio; Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l`accusa avrebbe accompagnato con l`auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro è stato ucciso. Infine M. P., sedici anni, ed un suo parente maggiorenne, Domenico Romagnino, che avrebbero attirato la vittima sul luogo dell`agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua, che per questo li avrebbe ricompensati con 600 euro. I cinque maggiorenni hanno tutti scelto di essere giudicati con rito abbreviato, ed il prossimo 31 ottobre dovrebbe tenersi a loro carico la requisitoria del pubblico ministero titolare delle indagini, Simona Rossi.
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