Il federalismo fiscale costituirà l’argomento principale dei prossimi anni, specie nella sua fase applicativa, oramai alle porte.
Consapevole di ciò, il direttore Pollichieni mi ha chiesto di scrivere un intervento introduttivo sul tema, propedeutico all’istituzione di una apposita rubrica, Sportello Federalismo, destinata a produrre informazione e formazione. Quest’ultima senza alcuna ovvia pretesa scientifica.
Perché il federalismo fiscale possa essere uno strumento di rilancio per il Mezzogiorno necessitano, infatti, due elementi inseparabili. Un ceto politico diligente, capace di interpretare bene il cambiamento, tanto da trasformarlo in una occasione di crescita e di sviluppo. Un elettorato attivo sempre più consapevole, che sappia attribuire il consenso sulle cose fatte, piuttosto che sulle promesse, controbilanciate da favori di ogni tipo.
Ad un tale bisogno deve contribuire attivamente il Sistema complessivamente inteso, a cominciare dalle Università. Anche quello mediale deve assumere un ruolo ben preciso. Da una parte, essere da stimolo per la Pubblica Amministrazione ad esercitare bene il proprio ruolo. Dall’altra, di corretta testimonianza per la collettività, dal momento che la stessa sarà chiamata ad una maggiore consapevolezza, pena la sua culpa in eligendo, sanzionata con aggravi fiscali aggiuntivi e onerosi.
Occorre, pertanto, mettere a disposizione dei destinatari due strumenti: un impegno costante dell’informazione, la più obiettiva possibile, e la filiera dei saperi, quest’ultima mirata su precisi bersagli, sui quali coinvolgere cittadini e istituzioni in un processo di partecipazione interattiva. Proprio per questo motivo, i contenuti del percorso di diffusione delle conoscenze dovrà essere globale e celere, ma anche segmentato per specificità istituzionali.
Mi spiego meglio. Il federalismo fiscale coinvolge tutto il sistema sub-statale. Proprio per questo motivo tutti i soggetti impegnati nel governo della spesa (Regioni, Città metropolitane, quando ci saranno, Province e Comuni) dovranno assumere una conoscenza dell’insieme normativo. Un insieme alquanto complesso, dal momento che esso fonda la sua esistenza sulla Costituzione, su una legge delega (L. 42/09) e su otto decreti attuativi, poco conosciuti nei particolari, che saranno presto riesaminati per correggere alcuni evidenti errori e per aggiustare meglio il tiro applicativo. Oltre a questo necessiteranno oltre settanta provvedimenti amministrativi e regolamentari, di natura meramente applicativa.
Ebbene, il primo dovere per l’Insieme istituzionale, così vastamente composito, è di fare proprio l’insieme normativo, assumendone la dovuta contezza. Necessita, pertanto, che lo stesso passi dallo snorkel all’immersione profonda. Con questo, si vogliono incentivare i sindaci, i presidenti delle province e i governatori ad effettuare una full immersion sul federalismo fiscale nella sua interezza, attesa la evidente interattività dei provvedimenti che lo disciplinano. Un percorso a riscontro pubblico e diffuso, tanto da mettere in rete i desideri formativi dei rappresentanti istituzionali con le necessità informative dei cittadini.
Lo stesso onere, ovviamente, compete a tutti gli amministratori pubblici, ai consiglieri delle istituzioni territoriali e ai dirigenti, tenendo conto delle differenziazioni di approccio, che imporrà maggiori impegni ai comuni e alle regioni, piuttosto che alle province.
Quanto alle esigenze della collettività calabrese ci sarebbe tanto da dire. Su tutto, emerge il dovere di avvicinarla con un corretto spirito pedagogico, perché i cittadini assumano man mano la capacità di scelta su chi promuovere e chi bocciare ai prossimi appuntamenti.
Quanto al federalismo fiscale introdotto nell’ordinamento esso costituisce la traduzione impropria di una devoluzione fiscale “all’ingrosso” in favore delle regioni ed enti locali.
Il nuovo sistema di finanza pubblica modificherà il modus vivendi della pubblica amministrazione sub-statale, ma anche di quella centrale, sempre che i suoi responsabili, politici e dirigenziali, vengano trattati allo stesso modo di quelli preposti agli enti autonomi, quanto a penalty in caso di una loro conclamata inadempienza. Una modalità di controllo e sanzioni che va incentivata, ma pure corredata dei necessari adempimenti che rendano trasparente l’operato dei preposti pubblici in senso lato, sì da rendere applicabile, da parte dei cittadini, la formula “vedo, voto, pago” in occasione di ogni appuntamento elettorale.
A presto. Di certo, con lo schema sinottico dello stato dell’arte del federalismo fiscale e con i primi interventi, che ci si augura essere numerosi e intensi, ma soprattutto pieni di voglia di raccogliere nella riforma la vera sfida per la rifondazione della Calabria.
* docente Unical
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