E’ dramma sociale, per gli oltre 1600 dipendenti dei tre call center del gruppo Phonemedia è arrivata la lettera di licenziamento. Il custode giudiziario, l’avvocato Francesco Di Mundo, ha già inviato le missive per le tre aziende: Soft4Web di Vibo Valentia, Webcallcenter ring e Multivoice di Catanzaro. Nel documento spiega che “allo stato non sussistono le condizioni per la continuazione dell’attività aziendale, neppure per il tramite della cessione d’azienda o di parti di quest’ultima e che quindi non risulta possibile garantire – neppure parzialmente – il reimpiego dei lavoratori o il ricorso a misure alternative rispetto al collocamento dei lavoratori in mobilità”. Il gruppo Phonemedia occupava complessivamente a livello regionale oltre 2500 persone. Ha usufruito di fondi Por in totale per le 3 aziende del gruppo per oltre 14 milioni di euro. Due anni fa la crisi e poi lo scandalo dell’inchiesta giudiziaria. Poco meno di mille dipendenti hanno cercato un’altra occupazione, ma solo il 10% di questi è riuscito a trovare un lavoro. Per gli altri, circa 1600, è partita la cassa integrazione in scadenza il 31 dicembre. Ora la lettera di licenziamento e quindi la messa in mobilità e l’addio al “paracadute” della cassa integrazione. Solo pochi giorni fa un gruppo di lavoratori aveva manifestato sotto il palazzo della Regione per chiedere un intervento dell’assessore Stillitani. Il 26, invece, gli stessi dipendenti avevano occupato per circa un’ora l’aula del consiglio comunale di Catanzaro. Ora è facile prevedere nuove eclatanti azioni di protesta. Profonda amarezza nelle parole di Daniele Carchidi, sindacalista della Cgil che segue la vertenza fin dall’inizio. “Un brutto colpo per 1500 famiglie calabresi, che dopo l`illusione di un contratto a tempo indeterminato, si sono ritrovati prima senza stipendio, e dopo costretti a vivere di un incostante sostegno al reddito. Ora al danno si aggiunge la beffa, con un licenziamento che di fatto chiude ogni speranza, ogni prospettiva. E` di fatti il triste epilogo di una vertenza lunga ed estenuante, che tutti sapevamo dovesse arrivare, ma che ciascuno sperava giungesse il più tardi possibile”. “Dal settembre 2009, periodo in cui questo grande gigante dai piedi d`argilla ha cominciato a barcollare, ad oggi, data in cui pare concludersi questa triste vicenda nel peggiore dei modi, oltre 2500 famiglie – spiega Carchidi – hanno vissuto con grande angoscia per circa due anni, attendendo questo triste epilogo. Eppure tutti speravano in una possibile, magari “magica” ripresa, ma questa notizia azzera ogni possibile barlume di speranza, gettando nell`angoscia e disperazione migliaia di lavoratrici e lavoratori”. L’ultimo appello dell’esponente è rivolto alle istituzioni che “avranno il dovere di intervenire su questa difficile situazione, tentando di far ritirare questo provvedimento, puntando ad un eventuale rinnovo della cassa integrazione in deroga, che di certo non risolverà i problemi, ma di fatto potrebbe concretamente allontanare lo spettro della disoccupazione”.
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