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Le reazioni alla marcia su Cosenza

Primi commenti alla manifestazione che ieri ha visto circa 5000 militanti del Pdl e dell’Udc sfilare per le strade di Cosenza in sostegno all’azione di governo di Giuseppe Scopelliti. Critici, come…

Pubblicato il: 02/10/2011 – 19:08
Le reazioni alla marcia su Cosenza

Primi commenti alla manifestazione che ieri ha visto circa 5000 militanti del Pdl e dell’Udc sfilare per le strade di Cosenza in sostegno all’azione di governo di Giuseppe Scopelliti. Critici, come da copione, quelli della minoranza, decisi a rivendicare il successo dell’iniziativa quelli della maggioranza.
Per Franco Laratta, deputato del Pd, «Scopelliti marcia e i calabresi scoprono la miseria, i giovani riprendono ad emigrare, la sanità è al collasso, il turismo ha segnato flop clamorosi, i fondi europei non si spendono più e la Calabria rischia di essere sommersa dai rifiuti. Scopelliti – prosegue Laratta – non ha nemmeno avviato a soluzione un solo problema e così marcia per distrarre i calabresi. E` un ottimo allievo di quel “maestro di Arcore” che ha messo in ginocchio l`Italia! Domani mattina con Sandro Principe faremo dieci domande a Scopelliti. Perché risponda e dica ai calabresi se c`è una, ed una sola, questione che in 18 mesi ha affrontato. Ma al mio partito, il Pd, voglio dire una cosa: adesso basta. Svegliamoci. Al bando liti e divisioni interne. Subito i congressi e subito una durissima opposizione. Insieme ad un progetto per la Calabria».
«Sentire affermare da un autorevole esponente del governo nazionale, a margine della manifestazione show di ieri a Cosenza, che si tratta di un periodo magico per la Calabria lascia davvero senza parole». E` quanto afferma invece, in una nota, Domenico Bevacqua vicepresidente della Provincia di Cosenza e ispiratore del movimento politico culturale Zonadem. «Sentirlo dire, poi – prosegue Bevacqua – da chi dovrebbe avere più che chiaro il quadro del contesto nazionale e le difficoltà reali della situazione del Mezzogiorno e della Calabria in particolare sembra quasi una presa in giro nei confronti dei tanti lavoratori e precari calabresi che sulla propria pelle vivono situazioni drammatiche legate alla mancanza di lavoro o alla sua incertezza».
Il commento più duro, però, è quello del direttivo provinciale del movimento referendario di Cosenza: «La piazza la possono usare tutti. Serve per dimostrare contro il potere costituito, specialmente quando questo è assente e sordo ai problemi reali del paese e delle persone – scrivono in una nota – Non si riesce a capire la parata di Cosenza del Pdl (forse si vuole invocare quelle di Piazza Venezia), che è stata un flop senza eguali, pur se la stampa tutta ha esaltato la presenza di molte persone».
Per inciso, chi segue il nostro sito sa che la critica al comportamento della stampa non è indirizzata al Corriere della Calabria, che di “flop” ha scritto fin dal primo momento quando sono arrivate le prime corrispondenze dalla marcia.
«E` stato fatto vanto – prosegue la nota – da parte degli organizzatori che hanno impegnato ben 400 pullman di tutte le aziende che operano nel settore dei trasporti della Calabria,  compresa, quella che sull`orlo del fallimento che si chiama Ferrovie della Calabria. I pullman sono arrivati, ma per la maggior parte erano vuoti. E poi chi li paga? La vera partecipazione è stata quella della sottoscrizione del referendum elettorale che ha visto la città di Cosenza con ben 22.000 sottoscrittori, l`intera provincia con 52.000 e l`intera regione con oltre 70.000 sottoscrittori. Cosenza come al solito si è dimostrata la città più democratica e referendaria d`Italia».
Di ben altro tenore le reazioni dei maggiorenti del Pdl. I commenti più entusiastici provengono da Pino Gentile e Giacomo Mancini, che ieri si sono trovati nella difficile posizione di “padroni di casa” di un evento andato molto al di sotto delle aspettative.
Per l’assessore al Bilancio ed alla programmazione della Regione «la manifestazione di Cosenza ha fatto registrare un successo straordinario». Secondo Mancini «da Cosenza sono partiti due messaggi non solo per la Calabria. Il primo è quello che in questa terra è al lavoro una classe dirigente che può vantare una forte leadership, che amministra la Regione e tanti importanti enti locali e che ha l`ambizione di continuare con determinazione per rafforzare gli importanti risultati già ottenuti; il secondo è come attraverso un`azione seria e fattiva nella difficile sfida del governo, sia possibile rappresentare tutti i moderati e tutti i riformatori in un`alleanza stabile e duratura».
Pacato e soddisfatto il commento del l`assessore regionale ai Lavori pubblici: «La manifestazione di ieri è stata una celebrazione di moderazione, di tolleranza, di rispetto e di partecipazione di una folla immensa che si è stretta intorno a Scopelliti e alla sua giunta – ha detto Pino Gentile – Ringraziamo tutti i cosentini ed i calabresi, compresi quelli che hanno allestito dei pullman con tanti sacrifici per giungere in città. Ci piace sottolineare l`aspetto della compostezza di un popolo immenso che ha colto l`invito ad esserci, ascoltando con attenzione ciò che è in cantiere per il cambiamento della Calabria. Noi ci impegneremo sempre con umiltà e con dedizione per portare a termine un programma che consenta ai calabresi di poter usufruire di tutto quello che meritano per la loro onestà e per la loro capacità di saper essere protagonisti del loro futuro».
Entusiasmo spinto, invece, per il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza, che insiste sulla versione delle 18.000 presenze: «Far confluire 18mila persone in piazza non per protestare, ma per appoggiare l`operato del governo regionale non era certo facile se consideriamo il clima di antipolitica che vige in Italia. Eppure, ieri, la gente ha deciso di schierarsi dalla parte di chi vuole cambiare le cose. Di chi sta mettendo in atto scelte difficili, ma necessarie al rilancio socio-economico della Calabria. Come sottolineato dal governatore Scopelliti ai numeri della piazza si lega anche un messaggio politico: le forze moderate devono continuare il dialogo su un progetto comune. Il cosiddetto modello Scopelliti che tanto sta piacendo ai vertici nazionali del Pdl».

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