Il direttore generale di Banca Antonveneta, Enrico Pernice, è stato mandato a processo dal gup del tribunale di Palmi. Si è conclusa così l`udienza preliminare nata dal secondo filone d`inchiesta scaturito dalle denunce dell`imprenditore calabrese Antonino De Masi. Insieme al dg della banca, erano indagati per usura altre 13 persone tra funzionari e direttori dell`istituto. Questi ultimi sono stati prosciolti con la formula “per non aver commesso il fatto”. Il processo nei confronti dell`ad di Antonveneta inizierà, invece, il prossimo 2 febbraio.
È solo l`ultimo capitolo di una lunga vicenda giudiziaria iniziata nell`ormai lontano 2003 quando nel 2003, con un`accorata lettera-denuncia De Masi si rivolse all`autorità giudiziaria per denunciare una serie di fatti e comportamenti messi in atto da funzionari bancari. Le successive indagini della procura di Palmi portarono ad evidenziare come sui rapporti bancari, oggetto di analisi fossero stati praticati tassi spropositati, oltre il limite fissato dalla legge. Sia in primo che in secondo grado venne riconosciuto il reato di usura ma gli imputati vennero assolti. Da febbraio inizierà un nuovo processo. L`imprenditore De Masi, assistito dagli avvocati Antonio Mazzone e Gianfranco Saccomanno, dopo la decisione del gup ha commentato: «È fuor di dubbio che tali comportamenti criminali commessi nel corso e nell’esercizio di una attività bancaria, portano vantaggi e lucro alle banche ed agli stessi manager che incamerano enormi benefit. Chi di competenza dovrebbe a questo punto intervenire per mettere fine ad una disputa che vede un cittadino che si sta svenando solo per cercare di avere giustizia, e per questo rischia di morire mentre le banche con i loro funzionari che hanno commesso reati gravissimi, continuano a far finta di nulla ed a operare. Certamente le banche, grazie al loro enorme potere economico, ai lunghissimi tempi della giustizia ed a interventi legislativi di dubbia costituzionalità, tenteranno come sempre di farla franca, ma io – conclude De Masi – da calabrese e da imprenditore farò ogni cosa per arrivare ad ottenere giustizia ed il risarcimento degli enormi danni subiti».
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