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"Testamento", in Appello saranno inserite le dichiarazioni della Fallara

«Il dirigente del settore Finanze del Comune di Reggio, Orsola Fallara, si era avvalsa della facoltà di non rispondere nel processo di primo grado nato dall’inchiesta “Testamento”. La Fallara si è …

Pubblicato il: 05/10/2011 – 16:55
"Testamento", in Appello saranno inserite le dichiarazioni della Fallara

«Il dirigente del settore Finanze del Comune di Reggio, Orsola Fallara, si era avvalsa della facoltà di non rispondere nel processo di primo grado nato dall’inchiesta “Testamento”. La Fallara si è suicidata e, quindi, chiedo di acquisire tutti i verbali degli interrogatori da lei sostenuti».
Subito un colpo di scena nel processo “Testamento”, iniziato ieri davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria, che vede alla sbarra i vertici della cosca Libri e l’ex consigliere comunale Massimo Labate, assolto in primo grado dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il sostituto procuratore generale Francesco Mollace intende utilizzare tutte le dichiarazioni rese dalla dirigente comunale coinvolta nell’inchiesta. Dichiarazioni che i giudici del Tribunale non avevano potuto utilizzare per giudicare il politico imputato in quanto la Fallara aveva deciso di non rispondere in aula alle domande dei sostituti Giuseppe Lombardo e Domenico Galletta.
Stando all’impianto accusatorio, Massimo Labate aveva consentito al capo locale di San Giorgio Extra Nino Caridi (genero del boss don Mico) e a Francesco Giuseppe Quattrone «di accreditarsi quali interlocutori privilegiati della pubblica amministrazione comunale nella gestione ed organizzazione di feste e mostre finanziate illegittimamente con denaro del Comune».
Secondo gli inquirenti, l’ex consigliere comunale di An (alias “Baccheggio”) aveva favorito la cosca in cambio del sostegno elettorale alle amministrative 2007.
Oltre a numerosi esponenti della cosca Libri, sul banco degli imputati anche Vincenzo Pileio, ex segretario di Massimo Labate. Entrambi (assolti in primo grado) avrebbero favorito l’elargizione da parte del Comune di alcuni finanziamenti a un’associazione culturale (gestita da Nino Caridi) per la realizzazione di una festa di quartiere e per una mostra del pittore Musardo organizzata al castello Aragonese.
Contributi pagati dall’amministrazione comunale con i fondi gestiti dallo staff del sindaco che, all’epoca, era l’attuale governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti.
Contributi in merito ai quali, nel marzo 2009, la dirigente Fallara era stata chiamata a rispondere in aula come aveva fatto in Procura durante la fase delle indagini.
In particolare, il 27 giugno 2006 la Fallara aveva riferito ai pm circa i soldi gestiti dallo staff del sindaco. È utile, a questo punto, rileggere quei verbali nei quali il dirigente aveva giustificato il proprio operato affermando che, nel caso di contributi a chiese o associazioni culturali in genere, da circa un anno si è «consolidata una prassi» secondo cui «l’organo politico» impartisce l’ordine ad evadere le richieste in questione tramite la U.O. di cui è responsabile: «Diciamo che in senso stretto – aveva dichiarato la Fallara – non e’ di competenza del settore Finanze e Tributi tuttavia da circa un anno e mezzo tutto ciò che concerne (ed è una prassi) i finanziamenti per le chiese o alcune associazioni culturali, vengono effettuate anche dalla mia unità operativa su espresso input dell’organo politico».
Ma i finanziamenti erano due: «Nel caso della chiesa l’input è giunto dal Sindaco, mentre per l’associazione culturale “La Maison de l’Art”, il contributo, successivamente concesso in  25mila euro, è stato promosso dal consigliere Comunale Labate Massimo che ha interessato il sindaco».
Ma quei soldi facevano parte di uno particolare stanziamento di fondi. Ed era stata sempre la Fallara a spiegarne le procedure di gestione: «Così come prassi, il sindaco ha autorizzato verbalmente la mia persona ad elargire il contributo all’associazione, previa verifica della regolarità tecnica e contabile dell’atto. Il contributo all’associazione è stato imputato al capitolo 1108 che attiene all’U.O. staff Sindaco ed è denominato “azioni a sostegno del sociale”. In particolare del capitolo ne ha diretta disposizione il dirigente dell’U.O staff Sindaco, nella persona dell’avvocato Zoccali, capo di gabinetto che gestisce i fondi anche dietro indirizzo politico dello stesso sindaco».
Ritornando al processo, la Corte d’Appello ha autorizzato il sostituto procuratore generale Franco Mollace ad acquisire dalla Procura i verbali della dirigente Fallara che, lo scorso dicembre, si è tolta la vita bevendo acido muriatico. Un suicidio ancora poco chiaro, mentre la professionista si trovava al centro di alcune indagini sulla gestione delle casse comunali.
Il processo è stato, quindi, rinviato al 19 ottobre quando, sempre su richiesta del pg, la Corte ha disposto l’interrogatorio di Roberto Moio, il collaboratore di giustizia che nei mesi scorsi ha confermato le accuse contro l’ex consigliere comunale Massimo Labate.
Lo stesso pentito che un paio di settimane fa, sentito nel processo “Agathos” contro la cosca Tegano, ha affermato: «La politica certo, insieme alla ‘ndrangheta è la numero… (uno, ndr), la ‘ndrangheta comanda… e tramite politica si esegue tutto, si disbriga tutto».

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