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Sequestrati 560 chili di cocaina pura nel porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO Il porto di Gioia Tauro si conferma estremamente prezioso per la `ndrangheta che lo ha messo al servizio dei suoi affari illeciti. Un carico di 560 chili di cocaina pura è stato infatti…

Pubblicato il: 07/10/2011 – 8:01
Sequestrati 560 chili di cocaina pura nel porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO Il porto di Gioia Tauro si conferma estremamente prezioso per la `ndrangheta che lo ha messo al servizio dei suoi affari illeciti. Un carico di 560 chili di cocaina pura è stato infatti sequestrato nel terminal dai militari della guardia di finanza, che hanno anche arrestato una persona, nel corso di un`operazione di contrasto alla criminalità organizzata condotta dalla Dda di Reggio Calabria e della Procura di Palmi. Si tratta di un dipendente della società che gestisce lo scalo, Vincenzo Trimarchi, 42 anni, sorpreso mentre scaricava la cocaina da un container. L`operazione portata a termine quest`oggi è stata condotta a livello internazionale finanzieri del Gico (sezione Goa di Finanza di Reggio Calabria e del Gruppo di Gioia Tauro), unitamente allo Svad dell`Agenzia delle dogane della città della Piana.
135 MILIONI DI EURO Sono arrivati in Calabria nascosti in due container contenenti caffé e pellame, i 560 chili di cocaina pura, che sul mercato avrebbero avuto un valore di 135 milioni di euro. Il sequestro è avvenuto in due fasi. Nel pomeriggio, i finanzieri del Gruppo operativo antidroga (Goa) del Gico di Reggio Calabria, assieme ai funzionari dello Svad dell`Agenzia delle dogane, hanno controllato un carico sospetto di caffé in un container proveniente dalla Colombia. Il controllo è stato disposto sia sulla base delle indagini che i finanzieri stavano conducendo, sia sull`analisi di rischio effettuata dalle dogane. Nel container i finanzieri hanno trovato 36,5 chili di cocaina pura. Quindi hanno deciso di effettuare un appostamento ritenendo che altra droga potesse essere giunta nel porto di Gioia Tauro. È stato così che in serata i finanzieri hanno visto Trimarchi mentre prelevava otto borsoni da un altro container, proveniente da Panama via Ecuador, per caricarli su un furgone. I finanzieri sono intervenuti e hanno trovato altri 523,5 chili di cocaina pura. Le indagini proseguono per individuare la cosca di `ndrangheta che ha organizzato il trasporto.
PIGNATONE «L`operazione di oggi rappresenta un successo che connota ulteriormente lo schema di programma della Dda, fondato sulla ricerca e la cattura dei latitanti, sulla lotta alle dinastie mafiose, sulla zona grigia e sulla individuazione, il sequestro e la confisca dei beni patrimoniali alla `ndrangheta». A dirlo è stato il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, commentando l`operazione della guardia di finanza che ha portato al sequestro di 560 chili di cocaina pura. «È un momento particolarmente positivo – ha aggiunto – per l`azione dello Stato e delle sue articolazioni in questa provincia, caratterizzato da forte sinergia tra i corpi di polizia, figlio di una filosofia, di una strategia voluta da questa Procura che finora ha prodotto significativi risultati». Pignatone ha incontrato i giornalisti assieme al procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, all`aggiunto della Dda Michele Prestipino e al comandante provinciale della guardia di finanza, Paolo Di Gesù. «Dal marzo scorso – ha detto Prestipino – sono stati sequestrati nell`area di Gioia Tauro quasi mille chili di cocaina provenienti da Paesi sud americani, per un controvalore prossimo ai 242 milioni di euro. E tutto ciò non è certo frutto di casualità, ma il risultato di un`attenta osservazione che ci ha permesso di ricostruire le modalità di azione della `ndrangheta, disposta anche a sacrificare qualche quantitativo di stupefacente, pur di mettere a segno il colpo più importante, cioé riuscire a far giungere nelle mani giuste il grosso della partita». I finanzieri hanno arrestato Trimarchi indicato come uno dei responsabili della gestione del personale della società Mct. «Una posizione, la sua – ha detto Prestipino – che gli consentiva una buona conoscenza dell`organizzazione dei servizi all`interno del porto e questo certamente facilitava i suoi movimenti. Così, però non è, a conferma che l`attenzione dello Stato e delle sue articolazioni sullo scalo di Gioia Tauro è sempre alta per il ruolo di interesse internazionale che ha quella infrastruttura». L`importanza dell`operazione e «l`efficace coordinamento tra la Procura di Palmi e la Dda di Reggio Calabria» è stata sottolineata da Creazzo.

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