La maratona dell`Api

COSENZA Tre giorni di incontri e discussioni, attorno a aree tematiche che spaziano dai sistemi elettorali alle prospettive politiche del terzo polo. La festa dell’Api è una maratona senza respiro alla quale i centristi hanno chiamato a partecipare figure rappresentative del centrosinistra e del centrodestra, in una suddivisione delle presenze del tutto bipartisan. Esattamente come dovrebbe essere la politica per loro, che non accettano l’accusa spesso loro rivolta del doppio forno. Piuttosto i centristi dell’Api rivendicano la lenta e paziente costruzione della casa dei moderati. Intanto in Calabria corteggiano e si fanno corteggiare dalla destra di governo, senza farne nessun mistero, anzi ribadendo il valore positivo delle trattative. «Se dialogo ci sarà – spiega Fabrizio Criscuolo, portavoce regionale dell’Api – sarà finalizzato al miglioramento delle cose, non sarà certo un dialogo finalizzato alla conquista di qualche poltrona». Dunque nessuna operazione di alleanza di potere, piuttosto l’inserimento dentro la compagine della destra che governa la regione, di quei valori del cattolicesimo che non avevano trovato abbastanza spazio né nella destra berlusconiana, né nel Pd. Perché alla fine questo è l’Api, una casa di profughi, che hanno nel tempo maturato la consapevolezza dell’impossibilità di restare nelle loro collocazioni politiche originarie. Questa compresenza di due anime, quella più prossima alla destra e quella maggiormente vicina al centrosinistra, oggi in Calabria prova a trovare una sintesi in una proposta che si può definire di coalizione dei moderati di buona volontà. Un percorso non facilissimo, che per adesso resta riservato nelle trattative e negli sviluppi, ma che trova nei temi che saranno affrontati nel corso della festa un punto di riflessione pubblica. A cui daranno il contributo Scopelliti e Occhiuto, quest’ultimo molto spesso riconosciuto come vero riferimento dei rutelliani calabresi.