Ingente sequestro di beni alla cosca Aquino

REGGIO CALABRIA A più di un anno di distanza dal maxiblitz che ha scompaginato le cosche della `ndrangheta reggina, l`indagine che ha portato all`operazione “Il crimine” continua a produrre effetti sul piano giudiziario. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria hanno infatti apposto i sigilli a un ingente patrimonio, soprattutto di natura immobiliare, riconducibile alla cosca Aquino operante nella Locride. Il valore dei beni è stimato in oltre 7 milioni di euro. In particolare, il provvedimento di sequestro preventivo di mobili ed immobili è stato eseguito nei confronti di Rocco e Giuseppe Aquino e di Vincenzo Tavernese, tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse proprio nell`operazione “Il crimine”. I primi due sono tutt`ora latitanti, il terzo è invece detenuto nel carcere di Catanzaro e apparterrebbe ad una delle famiglie del “locale” di `ndrangheta di Toronto.
La misura cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura distrettuale antimafia. I beni sottratti alla cosca sono diversi immobili (dieci fabbricati e nove terreni), un`imbarcazione, sette tra auto e moto, due società operanti nei settori edilizio e turistico-commerciale, nonché 22 conti correnti e depositi di risparmio.
BUNKER Nel corso della stessa operazione, i militari dell`Arma hanno scoperto l`esistenza di un rifugio nell`abitazione di Giuseppe Aquino, a Marina di Gioiosa Jonica. Con ogni probabilità, il nascondiglio è stato usato dallo stesso boss, considerato uno dei capi dell`omonima cosca e ricercato dal luglio dello scorso anno per omicidio e associazione di tipo mafioso. Il bunker era in fase di realizzazione sotto il pavimento di una stanza della villa dell`uomo: vi si accedeva attraverso una botola.