Nelle parole degli inquirenti a poche ore dal sequestro della discarica c`è un misto di soddisfazione per la riuscita del blitz ma anche preoccupazione per lo stato di salute dell`ambiente nell`hinterland catanzarese. Il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo ha sottolineato che «la società veniva pagata secondo capitolato, ma gli obblighi assunti venivano totalmente elusi. Ecco perché il mare è inquinato, con la discarica che non è mai stata a norma, con una gestione che non si è adeguata all`evoluzione normativa». Sulla stessa lunghezza d`onda il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli: «Il letto del fiume si alzava di diversi centimetri per cinque giorni a settimana, con il punto di scarico del percolato che avveniva a un chilometro di distanza dal mare. In particolare, negli anni 2008, 2009 e 2010 abbiamo potuto constatare che non è stato realizzato nessun controllo sull`impianto, nemmeno rispetto al possibile arrivo di rifiuti radioattivi, e la discarica operava in condizioni assolutamente fuori norma». Il comandante del Reparto operativo provinciale dell`Arma, il tenente colonnello Giorgio Naselli, ha evidenziato la consapevolezza degli indagati, per come emerso dalle intercettazioni, in riferimento a quanto avveniva nell`impianto di Alli. È stato spiegato, comunque, che non ci saranno ripercussioni e la discarica continuerà a funzionare per evitare il collasso nel sistema della raccolta dei rifiuti.
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