COSENZA «Nei prossimi giorni l`Asp di Cosenza manderà a casa circa 900 operatori sanitari che attualmente assicurano un servizio indispensabile in termini di assistenza e cura ai malati e su cui la Regione ha investito in questi anni notevoli risorse per la loro formazione professionale». È quanto sostengono, in un`interrogazione al presidente della giunta, i consiglieri regionali Carlo Guccione e Bruno Censore (Pd) e Ferdinando Aiello e Antonino De Gaetano (Gruppo Misto). «Tale decisione – è scritto nell`interrogazione – comporterà conseguenze gravissime poiché non potrà essere garantita l`erogazione dei servizi sanitari essenziali su tutto il territorio cosentino. Il commissario dell`Asp di Cosenza, Gianfranco Scarpelli con lettera indirizzata il 10 ottobre scorso al Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti e al direttore generale del dipartimento Tutela della salute, Orlando, ha annunciato che nei prossimi giorni darà seguito alla deliberazione n.777 del 2010 con cui si rendono nulli i contratti a far data dal 31 ottobre 2011 dei 412 lavoratori stabilizzati in data 23 dicembre 2008 dall`Asp di Cosenza in base alla normativa nazionale, con mansioni di autisti 118, infermieri 118 e poliambulatori, fisioterapisti, Osa e Oss, specialisti operatori di centrale operativa 118, specialisti per soccorso sanitario in montagna». «Considerato – affermano ancora i consiglieri d`opposizione – che il 31 dicembre prossimo scadranno anche i contratti di 490 lavoratori precari con mansioni di fisioterapisti, istruttori per la rianimazione cardio-polmonare con defibrillatore, infermieri 118, Sert, Dialisi, Poliambulatorio, assunti per 36 mesi attraverso bando pubblico dall`Asp di Cosenza nel 2008 i consiglieri Guccione, Censore, Aiello e De Gaetano chiedono al presidente della giunta regionale quali iniziative intende intraprendere con immediatezza per evitare che i servizi sanitari territoriali che l`Asp di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini, già oggi erogati in misura ridotta rispetto alla salvaguardia dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), subiscano un vero e proprio collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari che attualmente assicurano un servizio sanitario indispensabile e su cui la Regione ha investito in questi anni risorse importanti per la loro formazione professionale».
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