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Caso Fortugno, chiuse le indagini sull`informativa "dimenticata"

LOCRI Doveva essere una sobria cerimonia commemorativa, dai toni istituzionali molto “soft”. E invece la manifestazione organizzata in ricordo di Francesco Fortugno, assassinato sei anni fa a Palaz…

Pubblicato il: 16/10/2011 – 16:30
Caso Fortugno, chiuse le indagini sull`informativa "dimenticata"

LOCRI Doveva essere una sobria cerimonia commemorativa, dai toni istituzionali molto “soft”. E invece la manifestazione organizzata in ricordo di Francesco Fortugno, assassinato sei anni fa a Palazzo Nieddu di Locri, ha consentito di svelare una notizia grande quanto una casa. Rispondendo a una domanda della giornalista Rai Tiziana Ferrario, infatti, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha annunciato la chiusura delle indagini sulla famosa informativa “insabbiata”: quella relativa all’intercettazione ambientale in cui il defunto boss Mico Libri, tre giorni prima del delitto, preannunciava un fatto di eccezionale gravità che si sarebbe verificato a Locri, citando anche il nome del politico che sarebbe stato barbaramente assassinato.
«Ci sono state delle indagini che abbiamo concluso. Ora bisogna avere pazienza e tra alcuni giorni si saprà se quella telefonata è legata al caso Fortugno. Al momento non si può aggiungere altro», ha affermato Grasso. Una risposta fornita nel corso del dibattito che si è svolto nella Casa della cultura della città jonica per ricordare la figura del vicepresidente del consiglio regionale. Un incontro aperto con la durissima presa di posizione della vedova di Fortugno, la deputata Maria Grazia Laganà (per il testo integrale clicca qui): «Io non ho ancora avuto giustizia, perché non mi posso accontentare di una verità processuale parziale, che non arriva a definire compiutamente il quadro politico, affaristico e mafioso in cui il delitto di mio marito è maturato. Perché è stata insabbiata l’informativa in cui il boss Libri anticipava il delitto Fortugno il 13 ottobre 2005, cioè tre giorni prima che Franco venisse strappato per sempre a miei figli e a me, e la nostra vita venisse sconvolta? Se un boss del calibro di Libri sapeva in anticipo del piano per assassinare Franco – si è chiesta la parlamentare -, come si può continuare a credere che il delitto maturò in un contesto circoscritto a quanto contenuto nelle pur lucide sentenze di primo e secondo grado? Chi erano i funzionari incaricati di verificare il contenuto delle intercettazioni di Libri e perché non segnalarono tempestivamente quanto avevano ascoltato? In altre parole, chi non salvò la vita di mio marito?».
IL DIBATTITO La giornata in ricordo del vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Campanella si è aperta con la deposizione di una corona di fiori, sul luogo del delitto, da parte del numero due del Senato, Vannino Chiti. Poi il dibattito intitolato “Francesco Fortugno, cittadino d’Italia”, in cui è stato rimarcato il ruolo della legalità come collante dell’Unità nazionale. Un incontro che ha registrato un’alta partecipazione (entrambi i piani del teatro erano molto affollati) e a cui hanno aderito, inviando dei significativi messaggi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Il convegno, dopo gli indirizzi di saluto, tra cui quello del sindaco di Locri Giuseppe Lombardo (che ha ricordato la decisione della sua giunta di costituirsi automaticamente parte civile nei processi contro la criminalità organizzata) ha toccato diversi temi di attualità legati alla giustizia: dalle intercettazioni alle confische, dal rapporto tra ‘ndrangheta e politica alla prescrizione breve.
Il filo conduttore, però, è rimasto sempre quello legato al caso Fortugno. Per Chiti, «non è credibile che a decidere un delitto del genere sia stato un caposala» mentre il consigliere laico del Csm Guido Calvi, condividendo le perplessità di Maria Grazia Laganà sulla mancata individuazione dei veri mandanti dell’omicidio, ha espresso comunque apprezzamento per lo sforzo prodotto dai pubblici ministeri. Il procuratore Grasso ha ribadito «l’impegno per individuare il terzo livello dei mandanti» pur ammettendo l’esistenza, in seno a «magistratura e forze dell’ordine», di «qualche criticità individuale che si può anche comprendere». Da parte sua, il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico ha ricordato che nell’ultima seduta dell’assemblea calabrese «è stato dato il via libera alla costituzione della Fondazione Fortugno, a coronamento di un complesso iter amministrativo».
UN PENSIERO PER AZZARA` Nel corso dei lavori è stato anche ricordato Francesco Azzarà, il volontario di Emergency di origini calabresi rapito in Sudan. Emozionanti gli intervalli artistici (musica, poesia e lettura di brani) con l`attrice Serena Autieri, l`inno nazionale eseguito dagli allievi della scuola militare della Nunziatella e una canzone eseguita in chiusura dai ragazzi palermitani di Addiopizzo.

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