Pdci, Fascì confermato segretario provinciale reggino

REGGIO CALABRIA Lorenzo Fascì è stato riconfermato all’unanimità segretario provinciale dei Comunisti italiani. La nuova nomina è arrivata al termine del sesto congresso provinciale, ospitato dal centro civico di Ravagnese, periferia sud di Reggio. L’assise ha anche eletto i 24 delegati che parteciperanno al congresso nazionale di Rimini previsto dal 28 al 30 ottobre. A concludere i lavori è stato il segretario nazionale, Oliviero Diliberto, che non ha esitato a definire quello di Reggio «il congresso più importante d’Italia». Si respira un clima di rinnovata fiducia all’interno del Pdci, dopo «tre anni terribili in cui abbiamo dovuto fare molte rinunce. La Rinascita, il nostro giornale, è stato chiuso, abbiamo perso la nostra sede nazionale e dovuto fare i conti con una grave mancanza di fondi dovuta alla nostra assenza dal Parlamento. Ma siamo ancora qui». Di fronte ai delegati reggini, il segretario ha evidenziato con chiarezza l’obiettivo futuro: contribuire alla nascita di una grande alleanza di centrosinistra per battere Berlusconi. Il che significa in sostanza trovare un accordo con Pd, Sel e Prc. «Noi – afferma Diliberto – vogliamo un impegno concreto su tre punti: scuola, lotta alla precarietà e riforma fiscale. In cambio garantiremo la governabilità per tutta la legislatura». Il grande “fronte democratico” contro il centrodestra è una tappa obbligata, a rischio è l’esistenza stessa del Pdci: «Se ci tirassimo fuori, nessuno ci capirebbe – commenta l’ex ministro della Giustizia -. Rischiamo di scomparire, in questo passaggio ci giochiamo tutto». Parole realistiche, che evidenziano la situazione in cui oggi versano i partiti comunisti: «Da soli non bastiamo più, per questo vogliamo incalzare anche Rifondazione sulla via unitaria». Una linea che condivide anche Michelangelo Tripodi, segretario regionale del Pdci: «È possibile ricostruire una grande forza che dia speranza a giovani e lavoratori».
«Questo congresso – continua Tripodi – lancia un messaggio alla sinistra sommersa che chiede punti di riferimento e conferma che siamo un partito vivo. Solo l’unione di tutte le forze di sinistra può determinare la sconfitta di Berlusconi e del centrodestra, decretando una svolta rispetto alla politica neoliberista e un nuovo interesse verso il Mezzogiorno».