Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Dodò, che oggi avrebbe 13 anni

Oggi avrebbe compiuto 13 anni Domenico Gabriele. Sarebbe stato un bambino come tanti, di quelli che coltivano sogni importanti, di quelli che pensano al futuro. Perché, invece, era un bambino speci…

Pubblicato il: 17/10/2011 – 15:53
Dodò, che oggi avrebbe 13 anni

Oggi avrebbe compiuto 13 anni Domenico Gabriele. Sarebbe stato un bambino come tanti, di quelli che coltivano sogni importanti, di quelli che pensano al futuro. Perché, invece, era un bambino speciale Domenico, anzi Dodò, come lo chiamava la sua mamma e i suoi amici. Sarebbe stato bello poterlo conoscere per le sue tante peculiarità, per il suo entusiasmo, la sua bontà. Invece, Domenico Gabriele, verrà sempre ricordato come una vittima di ’ndrangheta. Il 25 giugno del 2009, giocava a calcetto con suo padre Giovanni, vicino casa, in contrada Margherita. Mentre inseguiva la palla ridendo, sperando di segnare un goal ed esultare, è stato colpito alla testa dalle armi di inferociti uomini legati alla ‘ndrina dei Tornicchio. Hanno iniziato a sparare all’impazzata come nei film americani, su ragazzi in calzoncini disarmati ed innocenti. Avevano un unico obiettivo, Gabriele Marrazzo che è morto sul colpo. Per eliminarlo, Andrea Tornicchio e Vincenzo Dattolo, ritenuti dagli inquirenti i killer della strage di Margherita, hanno ferito altre nove persone. Uno dei feriti, agonizzante sul campetto, era proprio Dodò, che è morto dopo 3 mesi, senza aver mai ripreso conoscenza.
«Un dolore che diventa strazio per ogni giorno che passa». Francesca Anastasio è la madre di Domenico ed è il simbolo di questa terra tanto bella, quanto complessa. E’ sempre stretta su se stessa Francesca, come se facesse fatica, quasi portasse ancora tra le sue braccia quel bambino che ha tanto amato. Quando parla, lo fa con garbo estremo, ma le sue parole sono delle spade al cuore «Avrebbe fatto 13 anni Dodò. Sarei qui a festeggiarlo e invece sono uno straccio, mi sento svuotata come se dentro di me non avessi più nulla. Appena mi sveglio corro nella sua stanza, è l’unico modo che ho per colmare la sua assenza. Ogni giorno va peggio ed ogni anno è più terribile da sopportare. Questo è quello che mi ha regalato la criminalità. Una vita di lacrime». E la sua voce è davvero rotta dal pianto, ma Francesca ha imparato che deve battersi, deve farlo perché suo figlio e la sua assurda morte non siano dimenticati.
Così che rialza la testa e con piglio orgoglioso ci chiede di scrivere quello che pensa di chi ha sparato ad un bambino di 10 anni: «Io non ho paura di nessuno, ho già perso tutto, non possono togliermi niente. Questa gente non ha vergogna di nulla, continuano a blaterare sul nostro impegno con le associazioni e con le istituzioni, dicono che lo facciamo per soldi. Che vogliamo diventare famosi e stiamo alzando un polverone. A loro voglio dire di vergognarsi, per quello che hanno fatto quella terribile sera. Noi non prendiamo soldi di alcun genere, perché è di questo che accusano me e mio marito. Mentre noi ci impegniamo costantemente perché la gente sappia cosa accade a Crotone, nel resto della regione. Perché è l’unico modo che abbiamo per vincere contro questi criminali, parlarne, essere testimoni, raccontare il senso di sgomento che ti prende nel constatare le ingiustizie che sopportiamo a causa della ‘Ndrangheta. Sono vergognosi, dicono di morir di fame, ma poi vanno vestiti griffati dentro il carcere, mentre parlano con gli avvocati che hanno ottenuto con il patrocinio gratuito. Che orrore mi fanno».
Francesca ha perso, in questa battaglia impari dello Stato contro l’Antistato, un figlio, il suo unico figlio e ne porta addosso i segni. Il suo volto è una maschera di sacrificio e di sofferenza. Oggi, per ricordare Domenico Gabriele, accanto a lei siedono le associazioni,  il Procuratore capo, le forze dell’ordine, i rappresentanti delle istituzioni locali, il Vescovo. Tutti seduti tra i banchi di scuola, ad ascoltare altri bambini che parlano di un amico che non c’è più. Nei momenti di silenzio, è forte il peso invisibile di quella vita strappata ai suoi cari.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x