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Scopelliti: «Fuori dall`emergenza entro il 2012». Pecorella: «Torneremo a controllare»

Sbarca a Crotone la Commissione parlamentare sui Rifiuti. Un appuntamento molto atteso per una città sfregiata da disastri ambientali che hanno lasciato il segno. Nel suo intervento il Procuratore …

Pubblicato il: 18/10/2011 – 12:24
Scopelliti: «Fuori dall`emergenza entro il 2012». Pecorella: «Torneremo a controllare»

Sbarca a Crotone la Commissione parlamentare sui Rifiuti. Un appuntamento molto atteso per una città sfregiata da disastri ambientali che hanno lasciato il segno. Nel suo intervento il Procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha segnalato alcune criticità, rassicurando però il Tirreno cosentino dopo le dichiarazioni del pentito Fonti: «Non c’è motivo di allarme radioattivo nella zona del Tirreno, dove non è stata riscontrata alcuna anomalia morfologica della fauna ittica – ha detto Pignatone – Ritengo chiuso il capitolo del pentito Fonti».?Per il magistrato «le conclusioni della Commissione certificano il fallimento della gestione commissariale e delle scelte strategiche di fondo» fatte dall’ufficio, « ma il fallimento è anche delle istituzioni locali e delle popolazioni, delle Procure e della magistratura».?La situazione è comunque aggravata dall’interesse della ‘ndrangheta: «L’ingerenza diretta delle cosche del reggino nell`ambito della gestione dei rifiuti, l’interesse delle mafie è dato acquisito in tutti gli affari. E’ difficile pensare che non vi siano interessi in tutti i settori produttivi, trasporto dei rifiuti, gestione, edilizia pubblica e privata, smaltimento dei rifiuti risultanti da attività edilizia, costruzioni di discariche. Le cosche sanno sfruttare anche le carenze delle istituzioni e degli enti preposti. Attività che devono diventare attenzione delle Dda, in tre direzioni: controllo territorio, rapporti tra cosche e zona grigia, aggressione attività economica delle cosche».?Impietosa l’analisi di Alessandro Bratti, parlamentare del Pd e membro della Commissione: «Ci siamo occupati nella relazione dei costi del commissariato: 700 milioni di euro, un costo esorbitante rispetto ai risultati conseguiti. Altra questione rilevata è la costituzione delle società miste pubblico/privato che o sono fallite o sono in forte difficoltà per la raccolta differenziata. Se Sottile parla del 12 per cento, la Corte dei conti parla di sostanziale inesistenza della raccolta differenziata in tutta la regione».?Dopo un inevitabile passaggio sulle «infiltrazioni della criminalità cosí come accertato dalle Procure calabresi», Bratti passa al problema centrale: «In Calabria c’è un deficit impiantistico molto forte. La mancata realizzazione del sistema Calabria nord, i ritardi nel completamento sistema della Calabria del sud».?Che la questione sia di complessa risoluzione emerge anche dalle parole di Gennaro Coronella, che venendo dalla Campania sa bene come intorno ai rifiuti si intreccino problematiche di tipo diverso. Per il senatore del Pd « il commissariamento ha fallito in tutta Italia e le bonifiche non funzionano perché non c’è chiarezza sulle competenze: chi deve farla, chi deve controllare. La relazione deve essere un documento-strumento che deve servire alla Calabria per avviare una fase nuova. Essenziale una classe dirigente trasparente e con importanti principi morali».?Dorina Bianchi giocava in casa. La parlamentare passata al centrodestra insiste: «Dobbiamo programmare perché finisca una stagione di emergenza, perché altrimenti i cittadini non sanno chi fa bene politica e chi no. La mancanza del registro tumori è grave, anche se è in parte partito». Ma le questioni decisive sono: «Avviare la bonifica per limitare il danno ambientale, attivare le misure che pongano fine allo scempio fatto negli anni e tenere sempre presente la vocazione turistica del territorio».
Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti riconoscendo anche lui il «sostanziale fallimento dell’epoca commissariale» ha chiarito che «attualmente l’amministrazione regionale sta lavorando perché da questa fase si possa uscire entro il 2012. Oggi, esiste comunque un vantaggio – ha aggiunto – esiste un dialogo tra l’attuale commissario e la Regione che ci permette anche di lavorare sulle strategie da attuare sin da subito e poi per il lungo periodo. Certa stampa, così come alcune organizzazioni – ha precisato Scopelliti – cavalcano questa emergenza per attaccare politicamente il lavoro che stiamo mettendo in atto. Durante l’estate ci siamo occupati proprio delle problematiche ambientali ed abbiamo appurato con l’ausilio anche dell’Arpacal che il mare in Calabria non è inquinato. Ogni tanto è sporco, ma non inquinato. E’ un’altra cosa». Sulla gestione dei rifiuti Scopelliti ha ribadito: «Cosenza deve dotarsi di almeno due impianti e Vibo di almeno uno. Anche su questo stiamo impegnandoci. Perché sono convinto che la politica debba tornare a riappropriarsi delle sue prerogative che i commissariamenti hanno impedito. I fondi ci sono e sono anche ingenti, li useremo». Ad alcune domande degli studenti crotonesi, presenti al convegno, circa la salubrità della città di Crotone e circa il suo futuro turistico, il presidente della Regione ha risposto ribadendo che «la Regione ha deciso di destinare alla rinascita del sito archeologico cento milioni di euro e due milioni e mezzo da destinare alla città capoluogo».
Per il procuratore capo della Procura di Crotone, Raffaele Mazzotta «le emergenze ambientali riscontrate negli anni sul territorio sono gravi e allarmanti. Come Procura stiamo occupandoci dell’inquinamento causato dal C.i.c. presente nei siti urbani posti sotto sequestro durante l’indagine denominata “Black Mountains”, stiamo procedendo per questo ad incidente probatorio che è attualmente in corso, anche per velocizzare i procedimenti di bonifica, perché la Procura permetterà il dissequestro delle zone, previo carotaggi, pur di vederla realizzata. Mentre per quanto riguarda l’amianto, domani si terrà udienza e stiamo tentando di venirne a capo, nonostante la difficoltà causata dall’assenza del Registro tumori provinciale, perché accorpato a quello di Cosenza, e stiamo lavorando caso per caso, in base ai casi riscontrati dei singoli pazienti morti a causa di mesotelioma pleurico o per abestosi».
Incisivo l’intervento di Nuccio Barillà, della direzione nazionale di Legambiente che ha definito Crotone «una delle città che maggiormente richiedono l’attenzione nazionale. Abbiamo più volte sollecitato il ministro Stefania Prestigiacomo a venire in questa realtà, perché si rendesse conto del dramma anche umano che questa comunità vive.  E’ una vicenda terribile, è una fotografia inquietante sulle vicende riguardanti i rifiuti, dalla bonifica mancata alle infiltrazioni mafiose. La mancata bonifica, riguarda anche siti come quello della discarica di Farina e se per Columbra siamo per fortuna riusciti a disarticolare la volontà del raddoppio della discarica, per Ponticelli  è tutto fermo, mentre la vicenda di Giammiglione dimostra che si voleva distruggere una collina per costruire una nuova discarica in danno del territorio. Da città di Pitagora e Milone, questa città è finita per essere rifiutopoli. A causa delle inefficienze passate degli enti pubblici e del commissariamento, i territori si trovano ostaggio dei privati. Il gruppo Vrenna – ha specificato Barillà – su cui non dò un giudizio etico, né tecnologico, non può e non deve essere la risposta alle esigenze di Crotone e del resto della Calabria. E’ sbagliato come principio, il pubblico deve tornare a gestire questo settore su cui non vi deve essere alcuna speculazione economica. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, la Corte dei Conti ha fornito dei dati del tutto differenti, rispetto a quelli comunicati dalla Regione, la differenziata non arriva neanche all’8% in Calabria. Bisogna ripensare il sistema, che così com’è è solo dispendioso, basta alle società miste, si pensi alla raccolta da effettuare porta a porta e si premino con aiuti economici solo quei Comuni che portano dei risultati. Basta anche allo strapotere della società Veolia che arriva addirittura a minacciare di andare via, se non facciamo i bravi».
Sulla bonifica, poi, un piccolo dibattito si è instaurato tra l’amministratore delegato della società Syndial, controllata Eni, che dovrebbe occuparsi del S.i.n.
di Crotone ed il presidente della Provincia di Crotone, Stanislao Zurlo. Per l’ad Alberto Chiarini «le bonifiche in Italia sono particolarmente problematiche, perchèénon si riescono a sintetizzare aspetti tecnici e aspetti autorizzativi. Per Crotone, ci sono state difficoltà aggiuntive causate dalle richieste non sempre chiare e molto spesso irrealizzabili presentate dalle amministrazioni locali», ma Zurlo ha chiarito: «Nessuno si permetta di fingersi Biancaneve, le richieste ci sono e sono chiare e se in passato le amministrazioni dirigevano il loro corso su strade diverse, oggi questo non esiste più». Si proceda, dunque.
Le conclusioni sono state affidate al presidente della Commissione, Gaetano Pecorella che era già intervenuto durante i lavori e che ha più volte chiarito che «è sicuramente Crotone la città che presenta maggiori criticità in Calabria. Da oggi in poi – ha detto Pecorella – nessuno potrà dire che non sapeva. Non ci saranno più giustificazioni. Da qui ad un anno, controlleremo che le promesse fatte in questa sede, difetto e virtù della politica, sono divenute realtà».

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