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Reti europee: la Commissione salva la Napoli-Palermo ma scarica il Ponte sullo Stretto

Il collegamento Napoli-Palermo torna a figurare nella lista delle infrastrutture finanziate dall’Ue. Ma con un grande assente: il Ponte sullo Stretto. Confermando le indiscrezioni circolate nei gio…

Pubblicato il: 19/10/2011 – 16:21
Reti europee: la Commissione salva la Napoli-Palermo ma scarica il Ponte sullo Stretto

Il collegamento Napoli-Palermo torna a figurare nella lista delle infrastrutture finanziate dall’Ue. Ma con un grande assente: il Ponte sullo Stretto. Confermando le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, il pacchetto definitivo sulle reti di trasporto trans-europee, presentato stamane dalla Commissione di Bruxelles, ripristina a pieno regime la tratta dell’ex Corridoio 1 che interessa il Mezzogiorno, soppressa tra le polemiche a metà luglio. Verrà infatti accorpata all’asse numero 5 Helsinki-Valletta attraverso il potenziamento della ferrovia Napoli-Reggio Calabria ed il miglioramento della tratta tra Messina e Palermo. Il segno che la frenetica attività di lobbying sulle istituzioni Ue ingaggiata dal governo italiano assieme a Sicilia e Calabria nelle settimane scorse ha in parte pagato. «Un successo politico e strategico» dell’esecutivo, s’era rallegrato il ministro delle Infrastrutture Altiero Matteoli appena la notizia, lunedì, era trapelata da Bruxelles. Anche se è più corretto parlare di una vittoria di Pirro. Nella lista delle opere prioritarie da sussidiare, stilata dal collegio di Barroso, non v’è più alcuna traccia del Ponte. Lo ha ribadito forte e chiaro il Commissario europeo ai Trasporti Siim Kallas durante la presentazione del pacchetto: l’Ue non ha intenzione «di prendere alcun impegno sul Ponte» e «spetta al governo italiano» occuparsene.
Il piano europeo da 31,7 miliardi di euro, destinati a finanziare infrastrutture nel settore dei trasporti, dell’energia e della banda larga per il periodo 2014-2020, snobba dunque in grande stile la megaopera. E si tratta di un esito prevedibile. Il 30 settembre, uscendo dall’ultimo incontro a Bruxelles con la Commissione, Roberto Castelli non aveva potuto fare a meno di glissare sull’argomento incalzato dalle domande dei giornalisti. «Non abbiamo parlato del Ponte», aveva spiegato il viceministro, lasciando intendere che l’opposizione comunitaria all’infrastruttura appariva non negoziabile.
Il governo ha già fatto sapere che, se necessario, proseguirà da solo nel finanziamento dell’infrastruttura. Ma spera ancora di riaprire la partita dei fondi Ue, magari riuscendo a “infilare” il  Ponte sotto un’altra voce di spesa comunitaria. «Ci sono altri strumenti finanziari a cui si potrà accedere» ha precisato lo stesso Castelli in giornata.  
Inoltre, tra le pieghe della corposa proposta della Commissione, si sottolinea che l`elenco delle opere da finanziarie potrà essere rivisto in corso d’opera «per tenere conto di possibili modifiche nelle priorità politiche, del manifestarsi di nuovi fattori tecnici e anche di variazioni nei flussi del traffico».
Tornando all’asse 5 lo spettro della “condizionalità” questa volta aleggia palpabile sulla distribuzione dei fondi. La Commissione ha deciso di introdurre paletti stringenti alla realizzazione delle infrastrutture: i fondi assegnati saranno persi se i lavori non cominceranno entro un anno dalla data indicata negli accordi alla base della concessione del finanziamento. Calabria e Sicilia sono avvisate.

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