Ultimo aggiornamento alle 15:43
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

I colonnelli romani del Pd invocano lo stop del commissariamento del partito calabrese

Le fibrillazioni nel Pd calabrese sono arrivate ai massimi livelli. Non bastava la “rivolta” dei big locali che chiedono lo stop al commissariamento e la celebrazione del congresso regionale, ecco …

Pubblicato il: 20/10/2011 – 12:26
I colonnelli romani del Pd invocano lo stop del commissariamento del partito calabrese

Le fibrillazioni nel Pd calabrese sono arrivate ai massimi livelli. Non bastava la “rivolta” dei big locali che chiedono lo stop al commissariamento e la celebrazione del congresso regionale, ecco le prese di posizioni dei colonnelli di stanza a largo del Nazareno. Ieri è stato il turno di Sergio D`Antoni (ex segretario generale della Cisl e responsabile dell`organizzazione del Pd sul territorio) e Gianni Dal Moro (capo della segreteria di Enrico Letta), oggi è quello di Gero Grassi deputato pugliese vicino alle posizioni di Beppe Fioroni e Walter Veltroni. «La situazione del Pd in Calabria, commissariato da tempo – dice Grassi –, impone una riflessione seria ed una immediata risposta di normalizzazione del partito, che va messo in grado di guardare al futuro senza ostracismi e con grande apertura». Quella di Grassi è una bocciatura senza appello per il commissario regionale Adriano Musi: «La permanenza del commissariamento blocca la crescita e riduce gli spazi democratici di una regione che ha bisogno immediatamente di programmare il proprio futuro. Il segretario nazionale Pierluigi Bersani deve subito indire le elezioni degli organi, invitando i diversi rappresentanti calabresi, per concordare ipotesi di rilancio del partito, sulla base di un progetto condiviso, che tenga conto della difficile situazione della giunta regionale e del drammatico livello di disoccupazione, che soffoca le tante potenzialità della regione e costringe tanti calabresi ad essere emigranti degli anni duemila».
Il diretto interessato, ovvero Musi, ufficialmente non parla e l`unica replica che arriva è affidata a una nota della federazione regionale dove viene ribadito che «si seguono attentamente e con interesse le diverse dichiarazioni che si stanno susseguendo in questi giorni in merito alla situazione del partito. Se la finalità di queste prese di posizione è restituire la parola agli iscritti, consentendo loro la scelta dei dirigenti attraverso lo svolgimento dei congressi, non si capisce perché le nostre posizioni continuino ad essere rappresentate come distanti e separate, tanto più dopo lo sforzo encomiabile dei consiglieri regionali e di qualche parlamentare di creare un clima unitario e di rinnovamento. Perché sminuire tale sforzo?». Non manca un passaggio sul tema del rinnovamento e del ricambio della classe dirigente: «Il rinnovamento invocato si raggiunge sposando il progetto nazionale del Pd; attuando le norme che ci siamo date statutariamente, e cioè l`incompatibilità fra incarichi di partito ed incarichi istituzionali; il limite al numero dei mandati, il metodo delle primarie per la scelta delle candidature. La battaglia, in questa direzione, è comune, per cui il problema non è essere o meno calabresi, ma piuttosto essere o no nel Pd».
Si naviga a vista, insomma. E allora ci prova Salvatore Scalzo, capogruppo dei democrat nel consiglio comunale di Catanzaro, a smuovere un po` le acque: «Sarebbe davvero auspicabile che in una fase così importante del Paese e della regione, con un governo nazionale praticamente esanime e un governatore regionale che viene inquisito per fatti gravissimi il nostro Pd si concentrasse unicamente su un’opera convincente e appassionata di opposizione, che inchiodi i fallimenti del centrodestra a tutti i livelli e sveli, con voce unica e credibile, il programma alternativo che si è pronti a mettere in campo per la Regione Calabria e per l`intero Paese». Scalzo difende l`esperienza del commissariamento guidato da Musi: «Il commissariamento, quand’anche segnato da qualche errore o qualche passaggio meno comprensibile, ha garantito quello che definirei l’elevamento del tasso medio di libertà presente all’interno del partito. Si sono aperti spazi di manovra importanti per le nuove generazioni, si è riaffermato il senso delle regole interne, è stata restituita l’idea del partito come una macchina indipendente rispetto agli eletti e soprattutto avente il compito dell’analisi e della elaborazione delle proposte che gli eletti stessi devono riportare all’interno delle loro istituzioni». L`ex candidato a sindaco nella città capoluogo è preoccupato per un ritorno al passato e non le manda a dire. Nel “mirino” c`è il documento firmato dai gran parte dei dirigenti calabresi e che “licenzia” Musi: «Ogni attività che voglia restituire poteri speciali o di coordinamento agli eletti e ai soliti maggiorenti (magari con il compito di stabilire a tavolino candidature per le prossime competizioni elettorali; laddove riteniamo che in assenza di opportuna modifica della legge elettorale nazionale la scelta dei candidati vada quanto meno e necessariamente affidata alle primarie degli iscritti) è inammissibile agli occhi della speranzosa nuova generazione e agli occhi della base, un nuovo incubo Caposuvero che segnerebbe un passo indietro rispetto al progetto di rinnovamento della forma-partito e della classe dirigente che il Pd nazionale e regionale hanno voluto raffigurare alla Calabria e al Mezzogiorno tutto».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x