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Scopelliti contro i magistrati: «Moio ridicolo». I politici accusati si difendono

LAMEZIA TERME «Francamente queste dichiarazioni le trovo altamente ridicole in tutto e per tutto. Io ho già attivato i miei avvocati». Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Sco…

Pubblicato il: 20/10/2011 – 13:59
Scopelliti contro i magistrati: «Moio ridicolo». I politici accusati si difendono

LAMEZIA TERME «Francamente queste dichiarazioni le trovo altamente ridicole in tutto e per tutto. Io ho già attivato i miei avvocati». Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, a Lamezia Terme, dopo le dichiarazioni del pentito di `ndrangheta Moio sugli appoggi elettorali della cosca Tegano. «Il tempo darà il giudizio e le sentenze definitive. Sono molto sereno, non c`è dubbio», ha aggiunto il governatore che ha poi attaccato i magistrati: «Credo di poter dire anche di essere fiducioso nel lavoro degli organi competenti. Non di tutti, ma quasi tutti sicuramente, e quando dico quasi tutti mi collego ad una frase che mi ha colpito molto ed è quella del presidente dell`associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, quando venne a Reggio Calabria. Disse: solidarietà selettiva alla magistratura reggina. Quindi, credo che, collegandomi a quel pensiero, oggi possa dire la stessa identica cosa, fiducia selettiva. Sono fiducioso e sereno – ha detto ancora Scopelliti – anche rispetto al giudizio ed alle procedure oltre che della bontà e della serenità di quasi tutta la magistratura reggina».
«La Calabria – ha concluso Scopelliti – non ha bisogno della stagione dei veleni. Io combatto e lavoro per fare altro, per mettere da parte tutte le cose marce che ci sono e lavorare per cercare di affermare i valori positivi e belli di questa terra. L`importante è sapere una cosa: sapere sempre da chi e da dove provengono i colpi bassi e questo ancora oggi riesco a decifrarlo troppo bene».
Il vicepresidente del consiglio regionale, Alessandro Nicolò, ricostruisce la data del presunto incontro con il collaboratore di giustizia che però smentisce categoricamente di conoscere: «Moio ha sostenuto che “avrebbe partecipato ad una festa in un locale pubblico nei pressi del liceo industriale di Reggio Calabria dopo avermi elettoralmente aiutato. Con sconcerto ma con massima serenità, preciso che ho presenziato ad un incontro di routine, peraltro, fisiologico in una campagna elettorale, tenutosi, e non da me organizzato, nel locale pubblico “L`Angolo”, posto in fregio alla via urbana Emilio Cuzzocrea, nei pressi dell`istituto tecnico industriale Vallauri. Ciò è avvenuto nella tarda serata del 25 marzo 2010, abituato come sono ad annotare tutto, quattro giorni prima quindi della tornata elettorale regionale del 28 e 29 marzo 2010. A questo invito – prosegue Nicolò – sono arrivato in ritardo, avendo dovuto partecipare, nella stessa giornata, ad altri incontri. E con me c`era il mio staff di collaboratori e sostenitori. Mi sono recato nel locale, che al mio arrivo era stato già disertato da molte persone che vi erano convenute, in quanto non avevo potuto essere puntuale. Tale manifestazione era stata organizzata dal movimento politico “Io non ci sto”».
Anche il senatore Renato Meduri, come Nicolò e gli protagonisti della vita politica tirati in ballo nel corso dell`escussione durante il processo “Testamento”, preannuncia di adire le vie legali e afferma: «Non ho mai conosciuto il collaboratore di giustizia Roberto Moio se non attraverso le fotografie pubblicate dai quotidiani che si sono, di volta in volta, occupati dei suoi delitti e, successivamente, dei suoi pentimenti. Non ho mai conosciuto nessun membro dei non meglio specificati Tegano, che Moio indica come suoi parenti diretti e, tanto meno, ho mai varcato la soglia di casa loro».
Secca smentita e mandato ai legali, a tutela della sua immagine, anche da parte dell`ex deputato Luigi Meduri, che spiega: «L’ultima mia elezione è avvenuta nel lontano 2001 ed ero candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Locri. Nel 2000, alle elezioni regionali che videro il trionfo del centrodestra in provincia di Reggio Calabria , da presidente in carica della giunta calabrese sono stato eletto con  appena seimila voti».
«Sono stato incredibilmente chiamato in causa per interposta persona e per via indiretta – spiega da parte sua il consigliere regionale De Gaetano, appena approdato nel Pd –  da un collaboratore di giustizia che non ho mai conosciuto e in riferimento ad una famiglia, quella dei Tegano, con la quale non ho mai avuto nessun genere di contatto: lo ritengo un attacco inaccettabile e infamante, frutto di una qualche regia occulta rivolta a screditare la mia persona e il mio impegno sociale».

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