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Le illusioni svanite dopo anni di propaganda

Piazze stracolme di gente, ma anche contrade di campagna polverose; nelle sale congressi allietate da parate di hostess, così come nei mercati rionali affrontati col megafono in pugno: nell`ultima …

Pubblicato il: 20/10/2011 – 15:32
Le illusioni svanite dopo anni di propaganda

Piazze stracolme di gente, ma anche contrade di campagna polverose; nelle sale congressi allietate da parate di hostess, così come nei mercati rionali affrontati col megafono in pugno: nell`ultima campagna elettorale per le Regionali, non c`è stato angolo di Calabria dove il verbo dell`allora candidato governatore Peppe Scopelliti non sia stato illuminato dal suo riferimento in positivo al “modello Reggio”. Autocelebrativo e ripetuto talmente tante volte, da essere diventato l`ostinato refrain della sua propaganda ieri vincente che oggi si potrebbe rivelare un boomerang politico. Quasi dieci anni di amministrazione comunale diventati – tanto nella sua retorica comiziante dei palchi, quanto nell`eloquio più soft degli incontri pubblici – cavallo di battaglia e biglietto da visita elettorale dell`ex sindaco intento nella scalata che si rivelerà fortunata dal punto di vista della comunicazione. Oggi che le gravissime falle di quella conduzione amministrativa sono diventate ufficiali – intessendo senza appello la relazione ministeriale sui conti disastrati del Comune e provocando un avviso di garanzia per il propugnatore e artefice di quel “modello” – ritornano alla mente i ritornelli di quella campagna elettorale che, per traslato, suonano come una nuova potenziale beffa anche per i calabresi. E del rischio di un effetto domino dei metodi per il Comune sui metodi per la Regione, si sono detti immediatamente preoccupati i parlamentari Angela Napoli (Fli), Doris Lo Moro e Franco Laratta (Pd), pronti ad avvisare che, squarciato per via ministeriale e giudiziaria il velo della propaganda, è “buio a Reggio” e può esserlo sempre di più pure sulla Calabria. «La corposa e impietosa relazione che nasce dal lavoro disposto dal ministero delle Finanze – ha infatti attaccato la Napoli – oscura totalmente la luce che era stata enfaticamente accesa sul “modello Reggio”». Sono ore in cui per Scopelliti, l`aver insistito così tanto ed esclusivamente sulla propria conduzione amministrativa della città dello Stretto – aiutato da un coro che in ogni provincia l`ha sostenuto nella ripetizione del messaggio – potrebbe rivelarsi un`arma a doppio taglio. Il governatore sente il rischio di una giostra della comunicazione che potrebbe girare al contrario, dopo le mancanze e i sospetti crimini messi in evidenza dagli ispettori proprio riguardo al “modello Reggio”, e tenta di tutto per spostare l`argomento.           
«Il presidente della giunta regionale calabrese – gli ha ricordato per questo la Lo Moro – dimentica che il “modello Reggio” che è oggi in forte discussione lo ha portato alla candidatura e all’elezione». Scopelliti, infatti, nel dare la notizia della sua convocazione in Procura per essere interrogato su quel totem sporco di sangue e pieno di bugie che è diventato il “modello Reggio”, aveva precisato in maniera strampalata che i fatti addebitatigli riguardano «aspetti tecnico-amministrativi, che esulano dalle mie competenze politiche». A voler ripropagandare questa volta una sorta di inesistente separazione tra comparti, utile per smarcarsi dai dirigenti comunali coinvolti – uno dei quali, Franco Zoccali, è però transitato con lui alla Regione e regge le sorti del “modello Calabria” – laddove invece il “modello Reggio” che ossessivamente aveva agitato in campagna elettorale era stato da lui presentato come sistema politico-amministrativo nel suo complesso. Dove cioè la presunta buona politica e buona amministrazione, trattandosi di enti locali, dovrebbero essere la faccia della stessa medaglia. Per tutti, ma non per il sindaco diventato governatore.     
«Tramonta inesorabilmente – ha incalzato infine Laratta – il “Modello Reggio“. Coloro che per anni hanno gridato ai quattro venti per far conoscere urbi et orbi il “Modello Reggio”, ora dovrebbero fare soltanto una cosa: chiedere scusa ai reggini per la devastazione della loro città, e a tutti i calabresi per averli ingannati e per aver loro “estorto” il voto con l`inganno e i fuochi d`artificio». Un monito per il futuro perchè l`esportazione a tutta la regione del “modello” locale, rilevatosi negativo e criminogeno, è tuttora in atto: giuste le promesse elettorali e la foga propagandistica di Scopelliti.

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