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Le confessioni del pentito Moio dividono la politica

REGGIO CALABRIA La più diretta è Angela Napoli, parlamentare calabrese di Fli: «A distanza di un anno e mezzo le Procure di Reggio e Catanzaro non possono più tacere sul voto di scambio che si è re…

Pubblicato il: 20/10/2011 – 17:30
Le confessioni del pentito Moio dividono la politica

REGGIO CALABRIA La più diretta è Angela Napoli, parlamentare calabrese di Fli: «A distanza di un anno e mezzo le Procure di Reggio e Catanzaro non possono più tacere sul voto di scambio che si è registrato in Calabria alle ultime elezioni regionali». A tremare sono in tanti dopo le ultime dichiarazioni del pentito Roberto Moio, appartenente alla potente famiglia dei Tegano, nell`ambito del processo d`Appello “Testamento” che vede coinvolto l`ex consigliere comunale di Reggio Calabria, Massimo Labate. Il racconto di Moio offre uno spaccato inquietante sulle presunte collusioni tra cosche della `ndrangheta e pezzi della politica calabrese. Le sue sono parole che vanno sì ancora verificate nella loro veridicità ma che pesano come un macigno. E toccano in maniera bipartisan politici di tutti gli schieramenti, compreso il governatore Peppe Scopelliti. Che tuttavia bolla «come ridicole» le accuse del collaboratore di giustizia. Non la pensa così la Napoli: «Già nel maggio dello scorso anno presentai un`interrogazione parlamentare sul voto di scambio che vedeva coinvolto Nino De Gaetano – consigliere regionale eletto con il Prc e ora approdato nel Pd ndr – ma dopo tredici mesi mi è stato risposto dal Viminale e dal ministero della Giustizia che ci sono delle indagini in corso senza entrare nel merito delle vicende che avevo sollevato. Per questo e anche alla luce della vicenda che ha visto coinvolto Santi Zappalà chiedo che le Procure si mettano subito al lavoro».
Più cauto il giudizio di Mario Tassone, deputato dell`Udc e componente della commissione parlamentare Antimafia. L`esponente centrista ne fa soprattutto una questione di principio: «Prima di condannare, bisogna avere molta prudenza perché molte dichiarazioni di collaboratori di giustizia si sono rivelate deboli rispetto ai riscontri successivi. Per questo motivo gli amici tirati in ballo da questo pentito hanno tutta la mia considerazione e la mia solidarietà». Cautela sì ma «condanna ferma del malaffare» per Marco Minniti, ex viceministro all`Interno e deputato del Pd. Che aggiunge: «Dobbiamo prestare la massima attenzione davanti a segnali di questo genere. Il Pd ha scritto nel proprio dna l`impegno contro la criminalità. Certo, poi bisogna pure dire che non bastano le dichiarazioni, che peraltro vanno ancora verificate, per trarre conclusioni». Ma la cosa grave per la sua collega Doris Lo Moro è un`altra e riguarda la situazione delle società miste del Comune di Reggio: «Se come dice il pentito Moio quest`ultime sono in mano alle famiglie della `ndrangheta vuol dire che il malaffare non sceglie solo chi votare ma gestisce direttamente la cosa pubblica. È un fatto di inaudita gravità sulla quale è bene che si faccia subito chiarezza». Proprio quella chiarezza di cui c`è bisogno in questo momento così delicato per la città dello Stretto. Alle parole della parlamentare democrat è seguita la richiesta del Pdci reggino: «Salviamo i lavoratori e sciogliamo le società miste». Piove sul bagnato, insomma.

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