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Censura a Palazzo San Giorgio, le scuse di Vecchio e l`affondo del sindacato

REGGIO CALABRIA «Sono soddisfatto dell`andamento degli odierni lavori consiliari e soprattutto per i tempi contenuti con cui il civico consesso ha approvato il riequilibrio di bilancio». Lo ha affe…

Pubblicato il: 21/10/2011 – 19:36
Censura a Palazzo San Giorgio, le scuse di Vecchio e l`affondo del sindacato

REGGIO CALABRIA «Sono soddisfatto dell`andamento degli odierni lavori consiliari e soprattutto per i tempi contenuti con cui il civico consesso ha approvato il riequilibrio di bilancio». Lo ha affermato il presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria Sebastiano Vecchio. «L`unico spunto di rammarico che purtroppo mi sento di dovere registrare – ha ammesso il presidente dell’assemblea di Palazzo San Giorgio – è stato rappresentato da un momento di incomprensione avvenuto nei confronti dei giornalisti e degli operatori della stampa presenti in aula, i quali hanno sempre seguito con grande professionalità l`andamento delle riunioni e che oggi hanno purtroppo “subito” il risultato di alcuni momenti concitati».
Così Vecchio chiude la brutta vicenda che ha visto le troupe televisive espulse dall’assise, sorte toccata anche al giornalista del Corriere della Calabria, Sergio Conti, che stava effettuando delle riprese con il suo smartphone ma è stato fatto allontanare dall`aula e identificato dai vigili urbani, per poi riguadagnare il suo posto tra gli scranni destinati alla stampa.
La tensione di un consiglio comunale dall’enorme valore politico deve aver fatto perdere il senso della misura a qualcuno. Poi il ripensamento. Forse dovuto anche alla solidarietà immediatamente espressa dal gruppo del Pd nei confronti degli “espulsi”. «È mio dovere perciò – ha aggiunto Vecchio – rivolgere le più sentite scuse sia ai rappresentanti delle testate che ai tecnici di ripresa evidenziando la loro serietà e responsabilità nel compiere legittimamente il proprio dovere che è quello di informare, correttamente, i cittadini sull`operato dell`amministrazione comunale. Sono convinto che – ha concluso il presidente del consiglio comunale- nell`ottica di un rapporto sempre più cordiale e costruttivo con gli organi di informazione, quanto successo oggi non si verificherà più nella consapevolezza che il lavoro minuzioso svolto dalla stampa sia fondamentale per una società civile».
?L`ATTACCO DEL SINDACATO Durissima la presa di posizione del segretario del sindacato dei giornalisti calabresi, Carlo Parisi: «In un Paese democratico, interesse del Palazzo dovrebbe essere quello di pubblicizzare al massimo l’attività amministrativa, per dimostrare che non c’è nulla da nascondere e che tutto si svolge sotto una campana di vetro, ancora una volta nell’esclusivo interesse dei cittadini. Capita, invece, che, in occasione del consiglio comunale di Reggio Calabria, nella bufera dopo l’ispezione dei commissari del ministero dell’Economia, che hanno accertato una voragine nel bilancio dell’ente, gli operatori televisivi di GS Channel, Reggio TV e Telereggio siano stati messi alla porta. Non solo. Gli agenti della Polizia Municipale, nell’azione di allontanamento dall’aula di quanti erano intervenuti al Consiglio Comunale sul bilancio muniti di telecamere fisse e mobili, hanno proceduto ad identificarne alcuni, alla stregua di delinquenti colti in flagranza di reato».?«Come se non bastasse – aggiunge Parisi – il giornalista Sergio Conti del “Corriere della Calabria” è stato identificato ed accompagnato fuori dall’aula con l’accusa di aver ripreso qualcosa con il suo telefono cellulare. “Stavo solo scattando delle fotografie a corredo del servizio giornalistico”, ha spiegato Conti, al cospetto di un’aula che, invece di difendere la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad essere informati, tranne qualche rara eccezione, ha pilatescamente assistito alla cacciata degli operatori dell’informazione. Sotto accusa il presidente del consiglio comunale, Seby Vecchio, ed il sindaco, Demetrio Arena, il quale si è limitato a riferire in aula di aver chiesto l’identificazione del giornalista per accertare se fosse autorizzato a riprendere la seduta. Giustificazioni? Nessuna. Semplicemente i vigili urbani hanno ricevuto l’ordine di non consentire riprese. E dire che, senza bisogno di scomodare la libertà di stampa, lo stesso regolamento del Consiglio Comunale prevede che le riprese televisive, da parte degli accreditati, possono essere effettuate in modo saltuario, ovvero non integrale. Naturalmente, per garantire il diritto di cronaca».?Il segretario del sindacato dei giornalisti calabresi prosegue: «Mentre in tutto il Paese cresce la voglia di massima trasparenza (a proposito l’Ufficio Stampa del Comune non aveva acquistato delle telecamere ed una regia per la famosa Web Tv?), garantendo la ripresa e trasmissione integrale delle sedute dei Consigli delle pubbliche amministrazioni (come, del resto, avveniva regolarmente a Reggio Calabria nella cosiddetta “prima Repubblica”), nella città della Fata Morgana si tenta di nascondere persino l’evidenza accertata dai commissari del Ministero, governato, per altro, dalla stessa forza politica che amministra Palazzo San Giorgio. Una brutta pagina per il consiglio comunale di una città che ha assoluto bisogno di luci e riflettori accesi (anche e soprattutto delle telecamere) e non certo di ombre infelici e sinistre, nel goffo tentativo di nascondere, sotto il tappeto rosso che porta ai piani alti di Palazzo San Giorgio, una realtà che, neppure a voler chiudere gli occhi, si riesce a non vedere. Se ogni medaglia ha un suo rovescio – conclude Parisi – l’episodio serva da insegnamento soprattutto ai giornalisti: senza la stampa, “lor signori” sarebbero campane senza batacchio».

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