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Il pentito che per primo parlò di Caridi

Non è la prima volta che il nome dell`assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi finisce nelle carte dei magistrati antimafia. Prima ancora che in quelle della Dda di Genova, infat…

Pubblicato il: 24/10/2011 – 16:46
Il pentito che per primo parlò di Caridi

Non è la prima volta che il nome dell`assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi finisce nelle carte dei magistrati antimafia.
Prima ancora che in quelle della Dda di Genova, infatti, dell`allora assessore all`Ambiente del Comune di Reggio aveva parlato il collaboratore di giustizia Giovanbattista Fracapane, un tempo killer di punta della cosca De Stefano.
Sei anni fa, il pentito ha riferito ai magistrati di aver sentito spesso il nome di Scopelliti e dell’assessore Antonio Caridi negli ambienti della cosca di Archi.  
Era il 7 luglio del 2004 quando nel carcere di Rebibbia a Roma, Fracapane riceve la visita dei sostituti procuratori della Dda Santi Cutroneo, Mario Andrigo e dei vicequestori aggiunti della squadra Mobile Renato Panvino e Luigi Silipo.  Fracapane ha raccontato molti delitti commessi nella seconda metà degli anni Ottanta su mandato di Orazio De Stefano. Ma non si è limitato al suo ruolo di sicario al servizio del potente casato mafioso di Archi. La gola profonda ha parlato, infatti, di politica e delle amicizie di cui i De Stefano godevano negli ambienti istituzionali reggini.
PM CUTRONEO: Una domanda le persone quindi che facevano parte dell’associazione di cui anche lei ha fatto parte vantavano delle amicizie nel campo delle istituzioni della politica avevano amici con politici amici con persone delle istituzioni
FRACAPANE: mi ricordo che alle votazioni sapevo sempre che loro al De Stefano gli interessava sempre che se ne andava Falcomatà
PM ANDRIGO: Come
VQA SILIPO: Se ne andava oppure lo cacciavano
PM ANDRIGO: Gli interessava che se ne andava Falcomatà
FRACAPANE: Sì sì perché lui magari con la destra aveva una sua amicizia no, che sicuramente qualche lavoro lo prendeva, col pizzo l’ha preso
VQA SILIPO: Con qualche persona in particolare
FRACAPANE: ma diciamo forse sentivo sempre il nome di Caridi io Caridi diciamo .. consigliere non so
PM CUTRONEO: Che ha una carica nel Comune di Reggio
FRACAPANE: Sì sì loro forse sempre sentivo … il nome di Scopelliti questo..che poi
VQA PANVINO: Che carica ha questo?
FRACAPANE: Non so
VQA SILIPO: È stato assessore mi sembra Caridi
FRACAPANE: Sì sì diciamo
PM CUTRONEO: Ma c’erano frequentazioni
FRACAPANE: Non so. Io so solo magari che pregava sempre che se ne andava Falcomatà
VQA SILIPO: Pregava non so lui ha dato indicazioni sulle eventuali votazioni qualcosa oppure dice speriamo….
PM CUTRONEO: Ma diciamo c’è stato c’è stata una indicazione
FRACAPANE: No in particolare nessuna indicazione, si diceva magari la destra sta Alleanza Nazionale queste cose qua sommariamente no specificatamente mi ha detto sapete quello
Pochi mesi dopo, il 19 ottobre 2004, la Direzione distrettuale antimafia ha interrogato nuovamente Giovanbattista Fracapane. Questa volta, il pentito si trova di fronte il sostituto procuratore Roberta Nunnari accompagnata dal vicequestore aggiunto Luigi Silipo e dall’ispettore Antonino Dell’Arte. Alle 10 del mattino inizia l’interrogatorio in cui spiega il periodo della latitanza.
PM NUNNARI: Senta ma lui diceva… ma lei diceva che gestiva la cose tramite Paolo Caponera…
FRACAPANE: Si.
PM NUNNARI: …che è Paolo Rosario De Stefano Caponera e che si mandava queste imbasciate tramite bigliettini, senta ma altri mezzi un pò più sofisticati, il  computer queste cose qua non utilizzava niente?
FRACAPANE: No, no finchè c’ero…era guardate era maniacale come persona, chi io in fin dei conti quando sapeva che faccio messaggi è rimasto. Gli ho detto “ma guarda che i messaggi è l’unica cosa che tu non ti posso intercettare” è brutto parlare due minuti…incomp…perché togli sempre la batteria quelle che servono le batterie…
PM NUNNARI: Si, si ho capito. Dico non è che gestiva cose o…visto che era maniacale che utilizzava computer per mantenersi a posto le memorie sue…
Stando alle dichiarazioni del pentito, quindi, sarebbe stato Paolo Rosario De Stefano Caponera a gestire la sua latitanza preoccupandosi anche di trovare l’appartamento dove nascondersi attraverso le agenzie immobiliari. E quando Fracapane stava male, sarebbe stato sempre Paolo Rosario a contattare il medico attraverso gli “amici” istituzionali.  
PM NUNNARI: Ma l’agenzia sapeva che serviva a voi e…
FRACAPANE: No, no sapeva che serviva a Paolo.
PM NUNNARI: A Paolo, cioè era Paolo che andava nell’agenzia e faceva…
FRACAPANE: Si.
PM NUNNARI: …e contattava e trovava…
FRACAPANE: Diciamo di si in linea di massima però lui magari inventava che non la poteva registrare che la registrava sotto qualche altro nome, però questa non ha voluto i documenti, lui versava allora quattrocento euro, quattrocento mila lire al mese perché era proprio piccola piccola e lì mi sono visto con un dottore diciamo che, che siccome sto male diciamo con la digestione e ho pensato sempre che sono allergico a qualche mangiare quindi mi ha fatto Paolo l’incontro con questo dottore che è una persona sui cinquanta, robusta diciamo era vestito con gli abiti che si usavano,con una polo a rombi che quando l’ho visto mi sembravo io il dottore va, gli ho detto “Paolo ma chi mi hai portato” che io mi ero preparato tutto per bene una doccia fresco perché pensavo che mi faceva le cose per l’allergia alimentare proprio i test…
PM NUNNARI: I test si.
FRACAPANE: Si. E questo dottore dice che l’aveva trovato con Caridi, che sarebbe non so assessore a che cosa. Aveva in uso questo appartamento qua, io sono andato pure una volta che lui si è incontrato mi sembra con sua moglie, che è andato mi sembra faceva un sopralluogo si può stare no si può stare che ci sono…
PM NUNNARI: Ecco…
FRACAPANE: Però questo era invisi…era invivibile perché era una stanza.

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