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I soldi che mi deve il Comune di Reggio

La “Impianti e Costruzioni s.r.l.” ha eseguito, diversi appalti, ed ha in corso di esecuzione per conto del committente Comune di Reggio Calabria i lavori di riqualificazione del lungomare di Galli…

Pubblicato il: 24/10/2011 – 17:48
I soldi che mi deve il Comune di Reggio

La “Impianti e Costruzioni s.r.l.” ha eseguito, diversi appalti, ed ha in corso di esecuzione per conto del committente Comune di Reggio Calabria i lavori di riqualificazione del lungomare di Gallico, affidati con contratto del 27.03.2009, rep. n. 34382; Nell’ambito di tali esecuzioni, l’Impresa ha maturato una congerie di crediti non soddisfatti per lavori da tempo eseguiti, regolarmente certificati e fatturati, complessivamente ammontanti a circa un milione e cinquecentomila euro. Trattasi di crediti afferenti lavorazioni realizzate e prestazioni rese mediamente da più di un anno e mezzo e sin qui non pagate.     Il mancato tempestivo pagamento da parte del committente Comune del notevolissimo credito come sopra da gran tempo maturato, ha finito con l’interrompere i flussi finanziari necessari per il prosieguo dei lavori e indispensabili altresì per la generale attività dell’Impresa; al punto che, di recente, il sottoscritto – non essendo più in grado di sostenere i relativi costi –  si è visto costretto a smantellare di fatto l’azienda, licenziando fra l’altro tutto il personale.     In siffatta situazione, vista l’inutilità delle molteplici diffide all’uopo inoltrate e/o svolte nelle vie brevi (con innumerevoli telefonate, tante inutili attese nelle anticamere delle segreterie, continui rinvii, ecc…), nonché la sostanziale inerzia o, peggio ancora, l’indifferenza della controparte, lo scrivente ha recentemente attivato adeguata procedura di recupero coattivo dei suddetti crediti, azionando appositi decreti ingiuntivi e successivi pignoramenti sui beni di proprietà comunale (tra cui, l’ex Hotel Miramare).     Tale azione legale, che al punto cui si è giunti si configura pienamente legittima e condotta nell’osservanza di ogni correlata e confacente disposizione normativa, non ha mancato di suscitare notevole riprovazione e critiche di vario genere da parte degli amministratori del Comune di Reggio Calabria (in particolare, del Sindaco p.t.). Ciò, ad ogni modo, era facilmente prevedibile in quanto l’azione legale attivata dalla scrivente darà probabilmente il via ad un seguito di ulteriori analoghe procedure da parte delle tante altre ditte che vantano esse pure da anni rilevanti crediti nei confronti del Comune e costringerà i responsabili a fare chiarezza su molti punti oscuri della gestione amministrativa dell’Ente (in particolare, come sia possibile che appalti  affidati con finanziamenti regolarmente assentiti possano registrare in corso d’opera la successiva impossibilità di regolare pagamento dei corrispettivi e per quale motivo l’Ente committente, una volta acclarata la carenza finanziaria, non abbia provveduto a sospendere intanto i lavori sino al reperimento delle somme occorrenti per pagarle). Lo scrivente, comunque, non può fare a meno di sottolineare l’incongruenza, la paradossalità e il tenore apertamente offensivo della affermazione del Sindaco Demetrio Arena (si veda, al riguardo, l’articolo apparso su “Gazzetta del Sud on-line” di mercoledì 12 ottobre 2011), secondo cui l’Ente (e cioè, il Comune di Reggio Calabria), con ovvio riferimento alla procedura attivata dallo scrivente, starebbe imparando “.. a distinguere le imprese che lavorano con gli operai da quelle che lavorano con i legali..”.       Siffatta asserzione, infatti, può considerarsi soltanto come una mera, anche se del tutto inopportuna, battuta di spirito finalizzata a sminuire la gravità del problema, essendo quasi superfluo  evidenziare che la “Impianti e Costruzioni”, per maturare il rilevante credito vantato nei confronti dell’Ente in esito alle opere eseguite, ha utilizzato l’apporto lavorativo di molti operai, che a fine mese dovevano adeguatamente remunerarsi e che sono stati tutti sempre puntualmente soddisfatti nelle loro spettanze.  Il Sindaco,  volutamente o senza molto riflettere, ha omesso di considerare tale importantissimo aspetto  della questione e cioè che le maestranze addette ai lavori e in genere tutto il personale operativo delle imprese, nonché gli istituti previdenziali e assicurativi, i fornitori, i noleggiatori, ecc…debbono essere  puntualmente pagati alle giuste scadenze. E’ perciò essenziale che l’ente committente ottemperi all’uopo alla sua primaria obbligazione, che è poi quella di pagare i corrispettivi di lavoro nei modi e termini di contratto e di legge. E se non ottempera e ritarda di gran lunga i dovuti pagamenti (come è accaduto nella fattispecie), non può ravvisarsi alcunchè di strano o di anomalo nel fatto che l’appaltatore adotti i pertinenti rimedi legali per introitare le proprie giuste spettanze prima di arrivare al possibile fallimento della propria azienda!      Va poi anche tenuto presente che, in caso di dissesto finanziario dell’Ente, il credito assistito da una procedura esecutiva già in atto assume valenza privilegiata ai fini del relativo recupero.            Tali atteggiamenti da parte degli amministratori del Comune  erano comunque facilmente prevedibili. Ciò che  ha destato invece notevole sorpresa e disappunto  è stato l’atteggiamento assunto dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Reggio Calabria, tramite il suo Presidente Ing. Andrea Cuzzocrea, il quale ha affermato nel corso di una intervista televisiva che l’Associazione non condivide tali linee di condotta da parte delle imprese associate, come se invece dei normali rimedi consentiti dalla legge per conseguire il soddisfo di crediti a lungo disattesi o addirittura ignorati dal debitore,  si trattasse di procedure riprovevoli che non è giusto attivare avverso un ente pubblico e, nel caso particolare, nei confronti del Comune di Reggio Calabria.       Un assunto del genere, espresso dall’Organo che per sua finalità istituzionale dovrebbe tutelare gli interessi della categoria, si configura infatti del tutto fuor di luogo, rivelandosi palesemente contrario alla tutela settoriale e alle giuste difese degli associati. Viene quindi spontaneo chiedersi quali possano essere stati in realtà i motivi dell’asserzione come sopra resa da parte del Rappresentante provinciale dell’Associazione e se gli stessi non siano riconducibili a conflitti di interessi che frenano il buon operato dell’Associazione medesima nei confronti dei vari Enti pubblici e, in particolar modo, nei confronti del Comune.      L’Ance, peraltro (e questo è un discorso che coinvolge ovviamente l’Associazione a livello nazionale), non ha posto sin qui nel giusto rilievo l’abnorme divario che sussiste e che è andato sempre più accentuandosi  in questi ultimi anni tra le misure dei tassi di mora previsti in favore degli appaltatori dall’art. 30 del Capitolato Generale D.Min. 145/2000, in caso di ritardati pagamenti da parte degli enti pubblici committenti, e i tassi di interesse passivo applicati dagli istituti bancari per le eventuali scoperture di credito.  Al momento, infatti, è previsto in favore delle imprese un tasso di mora del 4,08% annuo, mentre le banche risaputamene comminano interessi passivi che, con le varie capitalizzazioni e commissioni di massimo scoperto, arrivano a circa l’8% all’anno. Si evince quindi con somma evidenza la notevole differenza di interessi passivi che, in caso di tardati pagamenti da parte degli enti le imprese si vedono costretti a subire nelle correlate scoperture bancarie; per cui, se si tratta di somme assai consistenti e di ritardi notevoli (come si è verificato nel caso di specie), è facilmente comprensibile come l’impresa creditrice, oltre ad incontrare ostacoli sempre più insormontabili nel prosieguo dell’attività aziendale, si trovi a subire una consistente erosione e diminuzione della sorte capitale del proprio credito (in favore degli istituti bancari).       L’Associazione non ha adeguatamente evidenziato tale divario e non è stata sin qui capace di  convincere il pubblico apparato, a livello governativo generale,, a riconoscere all’appaltatore di opere pubbliche, in caso di tardati pagamenti, qu
anto meno gli interessi nelle misure praticate dalle banche per le scoperture di credito (e ciò, pur sussistendo all’uopo diverse direttive europee fautoranti tale riconoscimento).       Ad ogni modo, ciò che lo scrivente  vuole maggiormente porre in rilievo in questa sede è il fatto che l’Ance di Reggio Calabria, anziché riconoscere e porre nel giusto risalto le gravissime inadempienze che in proposito fanno carico al committente Comune di Reggio Calabria (che fine hanno fatto i finanziamenti a suo tempo stanziati per i lavori in oggetto? E se non c’erano le adeguate coperture finanziarie, perché si sono affidati i relativi appalti,  pretendendo di ben figurare con la cittadinanza sulla pelle delle imprese? E perché, se si è riscontrata la mancanza di fondi e sapendo di non poterli reperire a breve, si sono lasciati continuare i lavori anziché sospenderli o risolvere anticipatamente i relativi contratti?), nonché il consistente danno che tutto ciò ha anche comportato e comporterà per forza di cose all’Erario a causa degli interessi moratori da ritardo e delle spese legali che l’Ente dovrà erogare, ha manifestato formale dissenso per l’azione coattiva attivata dallo scrivente, ponendolo tra l’altro ancor più in cattiva luce nei confronti degli amministratori interessati; come se avesse compiuto chissà quale malefatta, invece di cercare di escutere legalmente i propri crediti maturati da anni e non soddisfatti da una Committenza che è rimasta di fatto sorda alle innumerevoli sollecitazioni e diffide precedentemente svolte e pressochè inerte per quanto concerne il reperimento degli occorrenti fondi.      Tale modo di procedere, come si è detto,  ha sorpreso e alquanto amareggiato lo scrivente; per cui, si chiede che i destinatari della presente prendano atto della esposta situazione e procedano ad esprimere pubblicamente (o, quanto meno, in seno all’Associazione) adeguati riscontri, sia per fare chiarezza a tutti i livelli circa la piena legalità e la incontestabile fondatezza dell’azione esecutiva incoata dalla “Impianti e Costruzioni srl” (al contrario di quanto vorrebbe far credere l’attuale Sindaco p.t.), sia per disattendere le inopinate affermazioni rese al riguardo dal Presidente dell’Ance di Reggio Calabria, circa la disapprovazione dell’Associazione in ordine a tali tipi di procedure, che di contro ad avviso dello scrivente non possono che condividersi in pieno anche da parte dell’Associazione ove ricorrano (come nella fattispecie) situazioni cronicizzate di tardati pagamenti di rilevante entità economica da parte degli enti pubblici committenti.

* amministratore e legale rappresentante dell`impresa “Impianti e costruzioni srl”

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