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Ivan Tripodi confermato segretario cittadino del Pdci

«Reggio è stata sfregiata, il modello Scopelliti ha fallito». Ivan Tripodi usa toni infuocati davanti all’assemblea dei Comunisti italiani, al termine della quale è stato riconfermato segretario ci…

Pubblicato il: 24/10/2011 – 20:26
Ivan Tripodi confermato segretario cittadino del Pdci

«Reggio è stata sfregiata, il modello Scopelliti ha fallito». Ivan Tripodi usa toni infuocati davanti all’assemblea dei Comunisti italiani, al termine della quale è stato riconfermato segretario cittadino. La base per l’invettiva la fornisce la recente relazione degli ispettori del ministero dell’economia, che accerta un debito di 170 milioni del Comune di Reggio. Secondo Tripodi «si approfitta della morte di Orsola Fallara per scaricare le responsabilità. C’è il tentativo di far passare il governatore come una vittima. Scopelliti invece è il primo responsabile del default di Palazzo San Giorgio. Solo adesso assistiamo ai risultati di un decennio in cui si sono costruite carriere politiche sulle tasche dei cittadini».
Una disamina impietosa, che non risparmia neanche l’attuale sindaco: «Arena è solo un prestanome di Scopelliti. Dei problemi di Reggio non parla, quando lo fa è solo per mettere il bavaglio alla stampa. Roba da stato cileno in salsa calabrese». Le critiche non risparmiano neanche il Pd e un suo nuovo tesserato eccellente. Il riferimento di Tripodi è alle dichiarazioni del pentito Moio, che durante il processo d’appello “Testamento” ha parlato di presunti appoggi elettorali del clan Tegano a Nino De Gaetano, il consigliere regionale ex di Rifondazione comunista. «La magistratura farà gli opportuni accertamenti, ma alcuni dati sono evidenti: De Gaetano è stato il primo eletto ad Archi (feudo del clan, ndr) e secondo in città. Il Pd ha fatto una scelta azzardata. Ci auguriamo che i Democratici rivedano la loro posizione». Ma le rivelazioni di Moio tirano in ballo anche la gestione delle società partecipate da Palazzo San Giorgio, secondo il collaboratore di giustizia controllate direttamente dalle cosche. «Noi – continua Tripodi – chiediamo che il Comune esca dalle società miste e salvaguardi i posti di lavoro». Proprio per questo i Comunisti Italiani propongono un referendum che decida il tipo di gestione dei servizi comunali e la creazione di un bilancio partecipato, per dare la possibilità ai cittadini di scegliere le opzioni politiche e programmatiche della città. «Il nostro partito è impegnato per determinare una svolta – commenta Lorenzo Fascì, segretario provinciale del Pdci -, non intendiamo più essere rappresentati da queste amministrazioni di centrodestra».

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