Ultimo aggiornamento alle 6:56
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Grasso: «Il Codice antimafia abroga la `ndrangheta»

Pesantissima dichiarazione del capo della Dna Piero Grasso sul “Codice antimafia”, lo strumento varato dal governo per mettere ordine alle norme contro la criminalità organizzata. Si tratta di un c…

Pubblicato il: 25/10/2011 – 13:53
Grasso: «Il Codice antimafia abroga la `ndrangheta»

Pesantissima dichiarazione del capo della Dna Piero Grasso sul “Codice antimafia”, lo strumento varato dal governo per mettere ordine alle norme contro la criminalità organizzata. Si tratta di un codice che «abroga la `ndrangheta» secondo il procuratore nazionale che ha criticato diversi punti del provvedimento da poco in vigore. «Penso che non si tratti di una volontà politica – ha sottolineato Grasso – ma di un errore materiale di chi non ha controllato il testo poi approvato». Il nuovo Codice, ha infatti spiegato il procuratore, ha «abrogato il decreto, poi convertito in legge, che istituiva l`Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata. Ma in quel provvedimento il governo aveva inserito una norma che qualificava la `ndrangheta come organizzazione criminale di stampo mafioso, al pari di Camorra e Cosa Nostra. Abrogando il testo,  il legislatore ha abrogato anche la `ndrangheta». «Da un nuovo codice ci si aspetta chiarezza e certezza interpretativa per una più agevole consultazione normativa – ha aggiunto – e invece c`è stata una incomprensibile autolimitazione da parte del governo, che ha lasciato fuori dal provvedimento norme di primaria importanza per il contrasto alla mafia». Norme che Grasso chiama «di contorno» ma che sono però «fondamentali» come lo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa, i colloqui a fini investigativi, le leggi sulle vittime della mafia e quelle sugli appalti. «Ci saremmo aspettati che tutte queste leggi fossero unificate nel codice, ma così non è stato». Secondo il procuratore, infine, anche nelle norme che sono state inserite ci sono una serie di «carenze». Come quelle riguardanti la `ndrangheta, ad esempio, ma anche quelle che riguardano i termini per il decreto di confisca dei beni della criminalità organizzata. I 5 anni previsti per giungere, anche in appello, alla confisca di beni e aziende sono termini «draconiani»: «sembra un po` di sentire l`eco del processo breve. Non si può continuare a spacciare per Codice antimafia ciò che non lo è, questo è il Codice delle misure di prevenzione e della documentazione antimafia. Ma sono fiducioso – ha concluso il procuratore nazionale antimafia – che si possa arrivare a quelle modifiche normative necessarie. Abbiamo tre anni davanti e dobbiamo cercare di approntare migliorie ad un provvedimento approvato troppo in fretta».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x