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Cisterna: «Il Codice antimafia si può migliorare»

CATANZARO «Il Codice antimafia è un prodotto che si può migliorare. È un`opera che è venuta incompleta per ragioni tecniche». Lo ha detto il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia…

Pubblicato il: 27/10/2011 – 16:56
Cisterna: «Il Codice antimafia si può migliorare»

CATANZARO «Il Codice antimafia è un prodotto che si può migliorare. È un`opera che è venuta incompleta per ragioni tecniche». Lo ha detto il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Alberto Cisterna, oggi a Catanzaro, a margine del primo congresso nazionale sulla `ndrangheta organizzato dall`Associazione italiana giovani avvocati (Aiga). Nei giorni scorsi era stato proprio il capo di Cisterna, Piero Grasso, a rivolgere pesanti critiche nei confronti dello strumento varato dal governo per mettere ordine alle norme contro la criminalità organizzata. Si tratta di un codice che «abroga la `ndrangheta» secondo il procuratore nazionale che ha criticato diversi punti del provvedimento da poco in vigore. Per Cisterna si tratta di errori tecnici e non di volontà di abrogare. «Il governo – ha aggiunto Cisterna – ha promesso di integrare il codice al più presto ed è importante che lo si faccia. Manca tutta la parte del diritto sostanziale e processuale. Anche per per quanto riguarda la `ndrangheta, con la mancata ripetizione del termine, è un infortunio di carattere tecnico e non c`era nessuna volontà di abrogare nulla. Da una analisi complessiva direi che è un prodotto che si può migliorare». Per il magistrato della Dna «la Calabria deve fare molti passi in avanti nella lotta alla `ndrangheta ma bisogna capire che è una battaglia che si può vincere. La `ndrangheta sfrutta molto il fatto di essere una organizzazione fluida cioè molto asimmetrica e poco pesante. E come tutte le cose poco pesanti e molto pensanti funzionano bene. Negli ultimi quindici anni, però, ci sono state decine e decine di condanne all`ergastolo, sono stati inflitti migliaia di anni di reclusione, molti latitanti catturati e mi pare che con questi risultati si possa essere soddisfatti. La lotta alla `ndrangheta, quindi, si vince se proseguiamo su questa strada». Cisterna ha poi parlato del ruolo dei pentiti: «Il ruolo dei pentiti contro la criminalità organizzata è decisivo. I collaboratori di giustizia sono come un prodotto facilmente deperibile e quindi c`è sempre il rischio di contaminazione. Per questo motivo bisogna trattarli con molta professionalità senza grandi aspettative. I pentiti sono comunque un mezzo di prova di cui non si può fare a meno. La battaglia contro la criminalità organizzata, infatti, non la si vince certo solo a botta di intercettazioni. Si tratta – ha aggiunto – di avere dei controlli disciplinari molto severi per evitare che chi sbaglia non paga e chi non sbaglia paga la conseguenza di un ritocco all`istituto che sarebbe necessario solo per qualche abuso. Che ci voglia un minimo di moderazione lo dicono tutti e lo sanno tutti. Ci sono colleghi molto bravi che usano le intercettazioni da anni senza problemi e altri che invece le utilizzano da meno tempo con qualche problema».

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