Ai ragazzi «la mafia fa schifo»

`Ndrangheta, camorra e cosa nostra viste dai ragazzi. Dai più piccoli agli adolescenti. Sono le lettere dei giovani il fulcro del nuovo libro del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri e del giornalista Antonio Nicaso, dal titolo “La mafia fa schifo”, edito dalla Mondadori. Il volume, in uscita il 2 novembre, è la raccolta di lettere e temi scritti negli ultimi cinque  anni dagli studenti delle scuole elementari, medie e superiori di tutta Italia. Per il piccolo Giacomo di undici anni la mafia «è uno dei giochi più popolari per la playstation. Molti ragazzi amano fare il mafioso e sterminare tutti gli avversari». Gratteri e Nicaso, questa volta, raccontano le mafie guardandole con gli occhi  dell`innocenza e della paura, ma anche attraverso quelle idee falsate di miti e grandezze che la criminalità vuole trasmettere. Sono bambini calabresi, siciliani, campani, lombardi, piemontesi e laziali a parlare di quei boss ormai infiltrati ovunque. Andrea ha 16 anni e nella sua classe ci sono anche i figli dei camorristi, «siamo tutti amici – dice – o meglio cresciamo assieme». E da Busto Arsizio, il 14enne Matteo ha già capito che i boss non sono solo calabresi, perché poi si scopre che «i lombardi fanno affari con gli `ndranghetisti». Impressioni autentiche quelle dei ragazzi consapevoli, a qualsiasi latitudine, della presenza di comportamenti mafiosi, che rappresentano la «quotidianità». Carmelo lo sa bene tanto da dire che è mafioso anche «il sindaco che concede licenze edilizie solo ai suoi amici».