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A scuola di legalità con Gratteri e Pollichieni

L`informazione come strumento per sostenere l`educazione alla legalità. L`Officina del Pensiero pensante di Locri ha scelto un tema assai delicato e di estrema attualità per dare vita a un dibattit…

Pubblicato il: 29/10/2011 – 16:10
A scuola di legalità con Gratteri e Pollichieni

L`informazione come strumento per sostenere l`educazione alla legalità. L`Officina del Pensiero pensante di Locri ha scelto un tema assai delicato e di estrema attualità per dare vita a un dibattito che ha avuto come protagonisti il procuratore aggiunto di Reggio Nicola Gratteri, il direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni e, soprattutto, tantissimi giovani che hanno gremito in ogni ordine di posti la sala del Palazzo della Cultura.
L`iniziativa si inquadra nell`ambito della rassegna che si conclude domenica e alla quale hanno preso parte scienziati, giuristi, economisti, filosofi, sociologi, archeologi, storici, artisti e teologi. Una rassegna arrivata con successo alla sua seconda edizione e che quest`anno ha voluto coinvolgere le scuole, a Locri era presente anche una delegazione di studenti bolognesi, per dare vita a un confronto generazionale oltre che a uno scambio di idee e opinioni.
Diretta e non certo edulcorata, la premessa del giornalista Pollichieni che, in apertura dei lavori, ha sottolineato come in Calabria il deficit di comunicazione sia particolarmente intenso, soprattutto quando ci si deve occupare di legalità. «Di legalità e giustizia si parla tanto – ha rilevato Pollichieni – ma spesso in maniera confusa, o ancora ci si ferma alle riflessioni e ai commenti tralasciando i fatti che, si sa, sono sempre più scomodi da raccontare». Di qui l`errata informazione, capace di creare danni enormi. Senza tralasciare le tante altre anomalie tutte calabresi. «Se tanti giornalisti – ha proseguito il direttore del Corriere della Calabria – oltre che lavorare per le proprie testate, hanno  contratti che li legano agli enti pubblici è chiaro che avere un`informazione equidistante e neutrale sarà sempre più difficile per non dire impossibile».
L`altro nodo centrale della questione informazione-legalità è stato affrontato da Nicola Gratteri. «Oggi non esiste quasi più il giornalismo d`inchiesta – ha detto il magistrato – perché fare inchieste costa e i guadagni nel mondo dell`editoria sono sempre più risicati. La stampa poi, sempre più spesso, va avanti grazie ai contributi pubblici e quindi è difficile che possa assumere il ruolo di voce critica». Come suo costume Gratteri non fa sconti. «Non stimo – ha sottolineato – i giornalisti che si fermano al comunicato stampa, magari infiocchettandolo, in occasione delle cosiddette “brillanti operazioni”: così non si rende un buon servizio né a noi magistrati o forze dell`ordine, né ai lettori». Il pm nel corso dell`interessante incontro si è soffermato ancora una volta sull`importanza delle intercettazioni e ha posto l`accento sul mancato decollo dell`Agenzia per i beni confiscati. «Doveva avere un`unica sede a Reggio – ha ricordato Gratteri – ne sono state create altre cinque. Ma il fatto più grave è che al momento non ci sono le risorse per farla funzionare». Il procuratore è andato anche oltre, mettendo in rilievo come un combinato disposto di cattiva informazione e mezze verità istituzionali possa dar vita a false raffigurazioni della realtà. «Dopo le bombe alla Procura generale di Reggio e a casa di Di Landro – ha detto Gratteri – era stato deciso l`invio a Reggio di altri 50 uomini delle forze dell`ordine. Peccato che arrivassero tutti da Vibo, Cosenza e altre città calabresi. Sono rimasti pochi giorni e pian piano sono tornati nelle rispettive caserme». I ragazzi hanno mostrato grande interesse verso gli argomenti trattati e con le loro domande hanno offerto importanti stimoli ai relatori. Una su tutte: la politica quanto influenza l`informazione? «Purtroppo dietro ai giornali – ha risposto Pollichieni – c`è quasi sempre un imprenditore che ha interesse a cercare un rapporto con la politica. Quel rapporto lo costruisce proprio attraverso il giornale e per questa ragione è difficile che i giornalisti che lavorano per lui possano parlar male del potente di turno». In nome degli affari insomma a soccombere è l`informazione. E la legalità diventa un optional.

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