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Woodcock spiato, Bonomi sarà interrogato mercoledì a Catanzaro

CATANZARO Il primo della lista era il pubblico ministero Henry John Woodcock. Il secondo il gip Alberto Iannuzzi. Ma la “cricca” che cercava di screditare un gruppo di magistrati potentini aveva an…

Pubblicato il: 30/10/2011 – 21:30
Woodcock spiato, Bonomi sarà interrogato mercoledì a Catanzaro

CATANZARO Il primo della lista era il pubblico ministero Henry John Woodcock. Il secondo il gip Alberto Iannuzzi. Ma la “cricca” che cercava di screditare un gruppo di magistrati potentini aveva anche altri obiettivi: Vincenzo Montemurro, Laura Triassi e Annagloria Piccininni. Tutti colleghi. Magistrati che cercavano di gettare fango su altri magistrati, servendosi di una rete di connivenze nei tribunali e nelle forze dell`ordine. Un guazzabuglio sul quale tentano di far luce altri colleghi, quelli della Procura di Catanzaro.
La parola chiave dell`inchiesta è “associazione segreta”: quella che sarebbe stata guidata dai sostituti procuratori Gaetano Bonomi e Modestino Roca e composta, secondo l`accusa, da carabinieri e finanzieri in servizio in Basilicata. L`obiettivo era quello di gettare fango sulle toghe ritenute “nemiche”. L`accusa: associazione a delinquere finalizzata alla calunnia, corruzione in atti giudiziari, abuso d`ufficio e rivelazione di segreto. Tutti reati contestati a Bonomi, che mercoledì prossimo sarà interrogato a Catanzaro dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.
Il metodo adottato per screditare i magistrati era studiato nei dettagli. Si agiva «attraverso esposti anonimi ovvero la presentazione, da parte di esponenti politici coperti da immunità parlamentare, di atti di sindacato ispettivo; attraverso la raccolta di informazioni riservate sugli stessi magistrati nonché su esponenti politici locali, al fine di condizionarne l`attività, da parte di ufficiali di polizia giudiziaria». Nascono così le segnalazioni anonime sui presunti contatti tra Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l`ha visto?” e il pm Woodcock, contatti che avrebbero portato alla rivelazione di notizie coperte dal segreto. L`esposto era stato preparato materialmente da Nicola Cervone, cancelliere anche lui indagato, e non era il solo. Woodcock e un ispettore, Pasquale Di Tolla, sono stati accusati di «aver fatto pervenire atti relativi a un`indagine che lo riguardava a tale Rocco Francesco Ferrara, tra i quali brogliacci di alcune intercettazioni, attraverso la donna a lui sentimentalmente legata».
C`erano carriere da distruggere e carriere da creare. Quella di Bonomi, innanzitutto. Che, pur di riuscire, si metteva al servizio di un imprenditore, Ugo Antonio Barchiesi, facendo pressioni (Senza riuscire nel suo intento) affinché una sua denuncia fosse tenuta nella “giusta” considerazione. Lo scopo era garantire «l`interessamento presso politici di sua conoscenza per garantirgli il collocamento fuori del ruolo organico della magistratura presso l`ispettorato generale del ministero della Giustizia (…), nonché un soggiorno gratuiro a Velden, per sé e per la propria compagna». Barchiesi non era l`unico che, sempre secondo le accuse della Procura di Catanzaro, doveva essere preservato: Bonomi e Roca, quali magistrati della Procura generale della Repubblica, cercavano di «preservare da attività investigative il dottor Michele Cannizzaro, marito della dottoressa Felicia Genovese, legato ai predetti magistrati da vincoli amicali e di interesse, essendo egli direttore generale dell`Azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza, uomo strettamente legato a esponenti politici nazionali dai quali il dottor Bonomi sperava di poter essere supportato nella sua ambizione di divenire procuratore della Repubblica di Potenza».
Giochi di potere con la politica sullo sfondo, sui quali spetta alla Procura calabrese fare luce. La prima tappa è fissata per mercoledì prossimo.

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