COSENZA Una sensazionale scoperta che sa un po` di Calabria. Gli ingredienti delle prime galassie sono stati svelati dalle esplosioni più brillanti dell`universo, i lampi di raggi gamma. La ricerca, che è frutto di un delicato e complesso studio, coordinato dalla cosentina Sandra Savaglio, evidenzia che quando l`universo era giovanissimo e aveva circa 1,7 miliardi di anni, era già popolato di galassie ricche di elementi pesanti. Annunciato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, il risultato è stato raggiunto osservando un`esplosione di raggi gamma, chiamata GRB 090323. Come un potentissimo flash fotografico, il lampo ha illuminato sia la galassia ospite che quella vicina permettendo di “fotografare” questi due oggetti come erano 12 miliardi di anni fa e di analizzare la loro composizione chimica.?Il lampo di raggi gamma, GRB 090323, è stato inizialmente individuato dal telescopio Fermi della Nasa, al quale l`Italia contribuisce attraverso l`Agenzia spaziale italiana (Asi), Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn), e quindi studiato in grande dettaglio usando il Very Large Telescope (Vlt) dell`Osservatorio europeo meridionale (Eso) situato sulle Ande cilene.
Una scoperta alla quale l`astrofisica calabrese si è dedicata da tempo. E che Sandra Savaglio spiega così: «Quando abbiamo studiato la luce di questo lampo gamma non sapevamo che cosa avremmo potuto trovare. È stata una sorpresa scoprire la composizione chimica del gas freddo in queste due galassie dell`universo primordiale. Queste galassie hanno elementi più pesanti di quanto sia mai stato visto in una galassia così giovane. Non ci aspettavamo che l`universo giovanissimo fosse già così maturo e così evoluto chimicamente».
LO STUDIO Finora si ipotizzava che le galassie del giovane universo contenessero meno elementi pesanti rispetto a quelle attuali, come la Via Lattea. Gli elementi più pesanti, infatti, sono prodotti durante la vita e la morte delle stelle che in questo modo arricchiscono gradualmente le galassie. È molto raro, osservano gli esperti, che galassie così distanti vengano illuminate dal bagliore di un lampo di raggi gamma, senza il quale queste galassie debolissime sarebbero state invisibili.?In questo caso, il gas presente nelle galassie si è comportato come un filtro che ha assorbito la luce del lampo di raggi gamma a determinate lunghezze d`onda.
Analizzando attentamente le impronte digitali dei diversi elementi chimici, il gruppo di ricerca – coordinato dalla cosentina Savaglio – è stato in grado di calcolare la composizione del gas freddo in queste galassie molto distanti e in particolare la ricchezza di elementi pesanti. Secondo i ricercatori, una possibile spiegazione alla presenza di elementi pesanti nelle due galassie giovanissime potrebbe essere dovuta a un elevato tasso di formazione stellare.
CERVELLO IN FUGA DALLA CALABRIA Sandra Savaglio, 43 anni, nata a Marano Marchesato (in provincia di Cosenza), lavora in Germania, nell`Istituto Max-Planck per la fisica extraterrestre. La sua missione è scrutare le stelle, le galassie lontane, il blu dell’infinito. È una passione nata con Asimov, letto quasi per caso a 17 anni, in quarta liceo scientifico. Il volto di Sandra è finito nel 2004 sulla copertina del Time come simbolo dei cervelli in fuga. Quando qualche giorno prima, Usa Today pubblicò i risultati di una ricerca effettuata con il telescopio Gemini, nelle Hawaii, da cui emergevano nuove teorie sull’origine delle galassie più antiche: tra i ricercatori, c`era anche il nome della cosentina. L`astro nascente nello studio delle galassie si è laureata all`Università della Calabria, ma nel suo Paese la sua carriera era stata bloccata. Lo ha raccontato proprio Sandra Savaglio al Corriere della Sera, nel 2004, quando già il volto della calabrese campeggiava su Time: «Dovevo capirlo subito. Quando mi sono laureata a Cosenza, la mia città, il relatore mi disse con chiarezza che se volevo avere sviluppi interessanti nella mia carriera sarei dovuta andare all’estero. E così ho fatto: sono stata in Germania, a Monaco, all’European Southern Osservatory già diretto dal premio Nobel Riccardo Giacconi, un altro cervello italiano che si è fatto onore lontano dall’Italia. Non è bello ma va detto: fin da giovani, coloro che amano la ricerca scientifica capiscono che il futuro non è l’Italia». Sandra non ha mai escluso l`ipotesi di poter lavorare nel nostro Paese, o in Calabria. «Certo che mi piacerebbe tornare a lavorare nella mia terra e nella mia nazione. Ci sono nata. Ma tornerei a fare cosa?», ha detto in più occasioni l`astrofisica. Che adesso pensa alle “sue” galassie.
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