Ultimo aggiornamento alle 7:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

Il "Supremo" si scaglia contro il colonnello Giardina

REGGIO CALABRIA L’udienza del processo “Meta” si è chiusa con una vera e propria lezione di ‘ndrangheta. È stato Pasquale Condello a tenerla prima che il presidente del Tribunale, Silvana Grasso, r…

Pubblicato il: 04/11/2011 – 12:10
Il "Supremo" si scaglia contro il colonnello Giardina

REGGIO CALABRIA L’udienza del processo “Meta” si è chiusa con una vera e propria lezione di ‘ndrangheta. È stato Pasquale Condello a tenerla prima che il presidente del Tribunale, Silvana Grasso, rinviasse l’udienza alla prossima settimana.
I MESSAGGI DEL BOSS Il “Supremo” si scaglia contro il colonnello Valerio Giardina, fa un esempio per spiegare il contenuto di un pizzino e, allo stesso tempo, lancia messaggi dal carcere di Parma dove è detenuto al 41 bis. Superato il tentennamento sulla necessità di rendere dichiarazioni spontanee, il boss Pasquale Condello rompe il silenzio durato alcuni anni e dice la sua dopo aver ascoltato per sei ore l’ex comandante del Ros Giardina. In particolare, secondo il “Supremo”, «il colonnello ha detto una grande bugia quando dice che io, dopo il mio arresto, gli avrei detto “vedrete cosa accade”. Non sono uno stupido. Non avrei detto mai una cosa simile. Capisco pure perché l’ha detto. Cosa vogliono costruire su questa frase? Lui l’ha detta perché ci vuole costruire ancora sopra. Non sono uno stupido. Mi dovete scusare ma è così». Il boss parla anche del pizzino citato poche ore prima dal colonnello Giardina. Si riferisce a un biglietto, trovato nel suo covo, dove c’era scritto «m’impongo, prometto e giuro». «Il giuramento che ha trovato il colonnello sapete qual è? – spiega Condello – Quello dei cardinali quando entrano in conclave prima di eleggere il Papa. Prima di entrare fanno questo giuramento: “Mi impongo, prometto e giuro”. Mi sembra strano che lui non lo sa». E infine il “Supremo” lancia messaggi. Forse inquietanti, ma sicuramente sintomatici dell’attenzione che la ‘ndrangheta dedica al processo istruito dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo: «Ci sono tante cose che non ho detto e tante cose che non c’erano nella mia borsa. Lo dirò. Signor presidente stia tranquillo che dirò quello che c’era e quello che manca. Lo dirò in seguito».
IL COLONNELLO GIARDINA In mattinata, l`udienza era stata aperta con la deposizione del colonnello Valerio Giardina nel processo “Meta”, nell`aula bunker in riva allo Stretto. Il “Supremo” si nascondeva a Pellaro da quasi quattro anni prima di essere arrestato dai carabinieri del Ros il 18 febbraio 2008. Prova, questa, che il boss Pasquale Condello si muoveva con estrema facilità nel territorio reggino nonostante fosse latitante da metà degli anni Ottanta. E lo poteva fare grazie a una rete di fiancheggiatori, e probabilmente di protezioni, che gli hanno consentito di mantenere ben saldo il bastone del comando della cosca di Archi e di diventare uno dei “padroni” di Reggio Calabria. «Riteniamo che Pasquale Condello abbia iniziato a soggiornare in via Filici, nella casa della signora Dattola, dal novembre 2004. Tranne alcuni periodi relativi alla disattivazione per morosità del servizio Enel».  Dopo aver ripercorso, nella precedente udienza, le varie fasi della cattura del boss, incastrato grazie a un gps piazzato nel casco del genero, l’ex comandante del Ros continua a ricostruire le risultanze investigative dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Dda Giuseppe Lombardo. L’indagine ha toccato anche gli interessi economici della cosca. Interessi gran parte dei quali venivano gestiti direttamente dal boss latitante come hanno dimostrato i vari pizzini e documenti ritrovati dai carabinieri all’interno del suo rifugio. Non è un caso, infatti, che all’interno di una borsa “Samsonite” «sono stati trovati gli estratti cassa della ditta “Baby Toys srl” di proprietà di Franco Bentivoglio». Attraverso uno schema e alcune fotografie mostrate in aula il colonnello Giardina ha ricostruito al presidente del Tribunale, Silvana Grasso, gli interessi economici che Condello riusciva a seguire durante il periodo di latitanza. Rispondendo alle domande del pm Giuseppe Lombardo, inoltre, nella prima parte della deposizione l’ufficiale dei carabinieri ha spiegato quale era il «cuore pulsante» della cosca Condello che si trova nei pressi di via Vecchia Provinciale ad Archi dove era stata piazzata una telecamera nascosta che ha consentito al Ros di capire i movimenti dei fiancheggiatori. L`udienza, dopo una pausa, è ripresa nel pomeriggio.
L`ASSEGNO AI CONDELLO DAL COMUNE «La moglie di Pasquale Condello ha percepito gli assegni familiari dal Comune di Reggio Calabria». Lo ha svelato il colonnello Giardina durante la sua deposizione. Per tre anni, la signora Condello è stata beneficiaria degli assegni che dovevano servire a mantenere le due figlie, all’epoca minorenni (come abbiamo già scritto nell`articolo “Ai Condello un assegno per il mantenimento dei figli”). È avvenuto nel 2000, quando il Comune le ha dato 2 milioni e 600mila euro,  nel 2001 (2mila e 642 euro) e nel 2003 (1433 euro). Quest’ultimo assegno è stato leggermente più basso rispetto agli altri anni perché una delle due figlie, nel frattempo, aveva compiuto 18 anni.
LA CATTURA “Il calore del sangue”. È il libro di Irene Némirovsky che Pasquale Condello stava leggendo fino al giorno in cui è stato arrestato dal Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri. Gli uomini del colonnello Giardina e del capitano Lardieri hanno trovato numerosi testi all’interno del covo di via Filici. Libri e giornali facevano bella vista di sé assieme ai pizzini rinvenuti nel rifugio. Leggeva molto il “Supremo” e non si faceva mancare nulla. Tuttavia, «Pasquale Condello era praticamente invisibile. – ha aggiunto l’ufficiale dell’Arma – Non si aveva nessun segnale della sua presenza a Reggio Calabria. Le cose che racconto possono sembrare banali, ma se rapportate alla sua ventennale latitanza, si comprende il loro valore». «All’atto dell’arresto, – ha aggiunto un particolare inedito il colonnello Giardina – quando gli stavamo notificando le ordinanze Pasquale Condello ha riferito che a Reggio Calabria se ne vedranno delle belle perché si sono rotti gli equilibri». Nel corso dell’udienza, quindi, sono stati ripercorsi tutti i messaggi attraverso i quali Condello comunicava con i suoi sodali. Tra questi, alcuni incomprensibili come quello in cui il “Supremo” ha scritto: «Prometto, m’impegno e giuro», e altri che non hanno trovato corrispondenza con la realtà, come quello in cui Condello aveva annotato «G.R. della Calabria ore 12 e 10. Giorno 10/06/07 estorsione lavori autostrada…citi cosca Condello. Falso!!!». A proposito, il teste ha spiegato che «gli accertamenti ci hanno consentito di avere la copia del giornale radio di quel giorno, ma non si faceva riferimento a nessuna indagine relativa a lavori sull’autostrada. Effettivamente, però, un’operazione è stata eseguita il 9 luglio dello stesso anno nei confronti delle cosche della Piana. Abbiamo, quindi, acquisito anche la copia del 10 luglio ma, in quella, non c’era nessun riferimento alla cosca Condello».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x