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«Oltre settemila debiti soltanto nel 2010»

REGGIO CALABRIA Il piano di rientro fai da te è appena partito. Al Comune di Reggio Calabria, dopo le mazzate arrivate dalle relazioni della Procura e del ministero delle Finanze, è arrivato il mom…

Pubblicato il: 05/11/2011 – 8:17
«Oltre settemila debiti soltanto nel 2010»

REGGIO CALABRIA Il piano di rientro fai da te è appena partito. Al Comune di Reggio Calabria, dopo le mazzate arrivate dalle relazioni della Procura e del ministero delle Finanze, è arrivato il momento di confrontarsi con la realtà. O, almeno, di provare a venire a capo di una situazione molto complicata. La giunta di Palazzo San Giorgio ci prova. Come? Proponendo sostanziose transazioni ai cittadini e alle imprese che vantano crediti nei confronti del Comune. E chi non accetterà potrebbe aspettare da un minimo di tre mesi a un massimo di due anni per vedersi riconosciuto un diritto già maturato. È un iter che, nella città dello Stretto, qualcuno accosta alle procedure fallimentari. Soprattutto, c`è un numero che rende l`idea di quanto tutta la procedura potrà essere complicata e farraginosa. Il dato è contenuto nell`atto di indirizzo per i pagamenti approvato lo scorso 14 ottobre dall`esecutivo guidato da Demetrio Arena: per il Comune di Reggio Calabria, nel solo 2010, sono maturati oltre 7.300 debiti fuori bilancio. Più di 7mila pratiche da definire, per un debito complessivo che la la delibera non prova neppure a ipotizzare. L`atto è stato approvato prima che il contenuto dei due dossier sui conti del Comune (e sui possibili reati connessi alla voragine finanziaria) fossero resi pubblici. E invita i dirigenti titolari dei centri di spesa a dilazionare i termini di pagamento. Si va dai novanta giorni per i debiti fino a 10mila euro fino ai settecentoventi giorni per quelli superiori ai due milioni. Tempi che possono, però, ridursi,  rispettivamente a un sesto, un quarto e un terzo, nel caso in cui una transazione riduca il valore dei crediti del 30, del 25 o del 10%. In sostanza, un po` come accade nelle procedure fallimentari, Palazzo San Giorgio spera che i creditori si accontentino di riscuotere quote sostazialmente più basse in cambio della possibilità di recuperare quanto spetta loro. C`è una postilla: la transazione decade automaticamente nel caso in cui l`ente non possa rispettare, «nei termini pattuiti, il pagamento di almeno il 75% dell`importo interessato dalla transazione». Ipotesi del rispetto dei tempi che, però, si scontra con la radiografia degli 007 di Tremonti: secondo la loro analisi (che, ricordiamo, non era nota al momento della delibera sul “piano di rientro”), le casse sono tragicamente vuote.

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