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Usura nel Vibonese, nove arresti

VIBO VALENTIA Costringevano le vittime a pagare i prestiti, che concedevano a un tasso di interesse del 1.500% l`anno, i presunti componenti delle organizzazioni di usurai sgominate dalla guardia d…

Pubblicato il: 10/11/2011 – 10:40
Usura nel Vibonese, nove arresti

VIBO VALENTIA Costringevano le vittime a pagare i prestiti, che concedevano a un tasso di interesse del 1.500% l`anno, i presunti componenti delle organizzazioni di usurai sgominate dalla guardia di finanza e dai carabinieri di Vibo Valentia con l`operazione “Business Cars”. A dare il nome all`indagine è la vicenda del titolare di un autosalone che sarebbe stato costretto a pagare i suoi debiti, quando non era in grado di farlo in contanti, con auto di lusso che gli usurai, dopo averle utilizzate per un periodo, vendevano poi a commercianti di automobili compiacenti. L`inchiesta, coordinata dalla Procura di Vibo Valentia, è partita dalla denuncia presentata un anno fa da uno degli imprenditori vittime dell`organizzazione criminale. Le persone finite in manette sono Maurizio Camera, di 36 anni, e Luciano Latella (48), entrambi di Ardore; Giovanni Battista e Francesco Tassone, di 56 e 21 anni, padre e figlio, e Girolamo Macrì 33 anni, di Soriano Calabro; Luigi Caré 47 anni, di Serra San Bruno; Nazzareno Pugliese 62 anni di San Costatino Calabro; Franco Carmine 35 anni di Magisano e Adriano Sesto 37 anni di Lamezia Terme (Catanzaro). Un altro indagato, la cui identità non è stata resa nota, è al momento latitante. Nell`ambito dell`operazione, inoltre, sono stati sequestrati beni per un valore di quattrocentomila euro. Si tratta di un appartamento a Soriano e di quattro automobili, due delle quali di lusso. Gli investigatori hanno accertato il caso di un imprenditore costretto a vendere il proprio appartamento alla persona gli aveva erogato il prestito e a pagare poi l`affitto alla stessa persona per continuare a restare nella stessa abitazione. Alcuni degli arrestati, anche se nei loro confronti non viene contestata l`aggravante del metodo mafioso, sarebbero vicini alla cosca Mancuso. È l`indagine più importante in tema di usura condotta nel Vibonese secondo il procuratore Mario Spagnuolo. «Siamo partiti – ha spiegato il magistrato –  dalla denuncia di un imprenditore per poi ricostruire in termini di assoluta gravità il gravissimo condizionamento all`economia legale da parte degli usurai che sono stati arrestati. Assolutamente indispensabile è stata la collaborazione delle parti offese. Auspico che la collaborazione degli imprenditori che sono parti lese in questo processo non resti un fatto isolato, ma s`intensifichi consentendo all`autorità giudiziaria di portare avanti le indagini». «Questa operazione – ha concluso il procuratore di Vibo Valentia – dimostra che quando c`è la collaborazione da parte dei cittadini usurati, lo Stato riesce a dare in termini rapidi un`idonea risposta di giustizia».
DUE BANDE DI USURAI Sono due le organizzazioni criminali stroncate dalla guardia di finanza e dai carabinieri. I componenti delle due organizzazioni criminali, avvalendosi del vincolo associativo, con minacce ed estorsione, applicavano alle proprie vittime un tasso usuraio dall`864% al 1503,8% annuo, ovvero dal 72% al 136,71% mensile. La prima associazione, che agiva nelle province di Reggio Calabria e Catanzaro, composta da 12 persone, tutte con precedenti di polizia come omicidio, occultamento di cadavere, associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, abuso su minore di anni 14, estorsione e truffa, ha concesso alla vittima, titolare di una ditta per la commercializzazione di automobili, nel novembre del 2007, un prestito di 15mila euro pretendendo e ottenendo fino all`ottobre 2008, quale contropartita, alcune autovetture per un valore di mercato superiore ai 500mila euro corrispondendogli somme di denaro assolutamente esigue. L`organizzazione, per monetizzare i 55 autoveicoli che aveva ricevuto dal titolare dell`autosalone in cambio del prestito concessogli, per un valore complessivo di circa un milione e 300mila euro, si è avvalsa di una rete di dieci autosaloni e di una concessionaria conniventi a Catanzaro, Lamezia Terme, Rosarno, Ardore, Bovalino, Satriano, e Vibo Valentia. La seconda associazione, – affermano gli inquirenti – che agiva in provincia di Catanzaro ed era composta da 10 persone, alcune delle quali con precedenti di polizia come truffa, usura e riciclaggio, vicini alla cosca Mancuso di `ndrangheta, ha concesso all`imprenditore usurato, in più soluzioni, nel periodo compreso tra maggio 2008 e febbraio 2010, un prestito complessivo di 127mila e 500 euro, pretendendo e ottenendo, a titolo di interessi, 113mila e 600 euro in contante, due autovetture del valore 44mila euro e, per il rientro definitivo, l`ulteriore corresponsione di 400mila euro, ottenuta mediante minacce esplicite. Tra i beni posti a garanzia del prestito usuraio ottenuto figura la cessione di una di un immobile sita nel Mantovano il cui valore commerciale è di un milione e 600mila euro. Nel corso dell`attività investigativa, inoltre, sono stati accertati ulteriori prestiti usurai ad altre vittime tra cui un commerciante di auto, che tra il 2005 e il 2009, a fronte di un prestito iniziale di 37mila e 600 euro, è stato costretto a corrispondere interessi usurari per 161mila e 650 euro in contanti e un`automobile del valore di 25mila euro. Un commerciante ambulante, inoltre, tra il 2008 e il 2010, a fronte di un prestito iniziale di complessivi 20mila euro, è stato costretto a corrispondere interessi usurari pari a 53mila euro in contanti e un immobile a uso commerciale di sua proprietà, del valore di 40mila euro, che, con apposito contratto, veniva ceduto in locazione allo stesso usurato, che era costretto a pagare un affitto annuo di 2.400 euro.

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