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Crisi Atam, il centrosinistra presenta un documento e chiede un consiglio comunale ad hoc

«Il sistema dei trasporti urbano è uno degli elementi fondamentali che incide sulla vivibilità di una città». Inizia così il documento del centrosinistra reggino presentato oggi in conferenza stamp…

Pubblicato il: 10/11/2011 – 18:08
Crisi Atam, il centrosinistra presenta un documento e chiede un consiglio comunale ad hoc

«Il sistema dei trasporti urbano è uno degli elementi fondamentali che incide sulla vivibilità di una città».
Inizia così il documento del centrosinistra reggino presentato oggi in conferenza stampa dai consiglieri comunali Massimo Canale, Demetrio Delfino, Giuseppe Falcomatà, Nicola Irto e Antonino Liotta.
Si tratta di un documento che analizza la crisi dell`Atam, l`azienda municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico a Reggio Calabria.
«Più è caotica una città meno è vivibile. – scrivono i consiglieri – Reggio soffre alcune problematiche croniche rispetto al sistema dei trasporti e della viabilità: tempi di percorrenza elevati su alcune direttrici centrali in determinate fasce orarie, aree parcheggio insufficienti e linee di autobus poco distribuite sul territorio urbano. La stessa domanda sul trasporto collettivo risulta complessivamente bassa e appartiene soprattutto a utenti che non hanno alternativa, come studenti, anziani, non guidatori/non possessori di autovettura. Tale situazione è acuita da uno stato di crisi dell’azienda di riferimento, l’Atam, che richiede una riflessione approfondita anche a causa delle implicazioni economiche e sociali che la connotano».
«È sconcertante – prosegue il documento – quanto affermato dai vertici amministrativi dell’azienda. Il piano industriale 2008/2011 è da considerarsi superato. Si parla di un nuovo piano industriale mentre i lavoratori aspettano lo stipendio di settembre e i fornitori attendono somme rilevanti. Gli errori, tra l’altro, riguardano anche scellerate scelte strategiche. È sotto gli occhi di tutti la situazione delle autostazioni di Ponte della Libertà e del Botteghelle che si avviano a diventare dei monumenti all’inutilità nel primo caso, vista la difficoltà di passaggio per i mezzi, e ostacoli veri e propri alla circolazione stradale nel secondo.
A fronte di questo, la proposta è quella di aumentare le tariffe del biglietto autobus da 0,80 cent a 1 euro, di raddoppiare il prezzo dei parcheggi a pagamento, che passeranno da 0,50 cent a 1 euro e di aumentare ancora gli stalli di sosta a pagamento. L’idea, in sostanza, è quella di far pagare in più i reggini; di far  pagare, ancora, sulle proprie spalle i lavoratori in termini di ritardi nelle retribuzioni e di rischi sul futuro dell’azienda e del proprio posto di lavoro. Si tace, invece, sulle proprie di responsabilità. Non si chiarisce a quanto ammonti il debito cristallizzato dai disavanzi annuali né cosa lo abbia prodotto. Ci pare naturale che se un amministratore presenta un piano industriale e questo si rivela immediatamente inadeguato è la capacità e la credibilità di quell’amministratore che sono ormai segnate. Non serve solo un nuovo piano industriale, probabilmente servono amministratori adeguati e responsabili. Non è concepibile nascondersi dietro la crisi dei trasporti come se tutti noi non sapessimo che la crisi dell’Atam è conclamata da tempo e discende da precise scelte gestionali errate che gli appartengono tutte. E ci rifiutiamo di credere che si possa affermare, seriamente, che quanto fatto fin ora “non è un risultato totalmente disprezzabile se si pensa che i costi su cui non possiamo incidere, ad esempio assicurazioni e gasolio, sono notevolmente aumentati”.
Questo non è il modo di governare un’azienda pubblica , il destino dei lavoratori e il trasporto pubblico di una città. Siamo convinti che si possa e si debba fare di più. Immaginiamo un sistema di trasporti pubblico efficiente e moderno in un assetto urbanistico funzionale e nell’ottica di una Reggio policentrica. Una città dove usufruire dei mezzi pubblici possa convenire, economicamente e logisticamente, ai cittadini e all’ambiente. Nell’ultimo decennio il Sud ha pagato scelte nazionali governative estremamente penalizzanti. La delibera del Cipe del 6 marzo 2009 parla chiaro: al centro nord sono destinati 13, 1 miliardi di euro per autostrade, tangenziali, Mose, valichi e tunnel del Frejus, al sud solo 3,5 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto (1,7 mld su 6,1 mld previsti) e per il completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria».
I consiglieri del centrosinistra formulano anche delle proposte per il futuro: «Abbiamo individuato, grazie al pregevole contributo di esperti, tecnici, professionisti e addetti ai lavori, una parola chiave: equosostenibilità. Come suggerisce il nome stesso, essa trova la ragion d’essere nell’ecosostenibilità e nella giustizia sociale. Il mal funzionamento dei trasporti ha causato una spiccata preferenza da parte dei cittadini per l’auto privata. Ciò ha aumentato il traffico, peggiorando la situazione della mobilità e la qualità dell’aria. La dipendenza dall’automobile, quindi un servizio pubblico dei trasporti ridotto al minimo, causa problemi sociali e sancisce l’esclusione delle fasce deboli, come gli anziani, che sono quindi relegati in casa o nel loro quartiere. L’implementazione del trasporto pubblico è dunque una priorità sociale. E’ necessario privilegiare la mobilità di persone rispetto a quella dei veicoli attraverso una “mobilità dolce” (bici e piedi) rispetto a quella motorizzata, strutturando un trasporto pubblico con mezzi a basso consumo e promuovendo azioni volte a rimuovere le criticità localizzate, a razionalizzare il trasporto esistente e compiendo scelte meno onerose e meno invasive. Tre sono gli ambiti entro i quali si dovrà agire: la necessità di considerare i trasporti un sistema puntando a una pianificazione, equosostenibile appunto, e svoltando da misure improvvise (con riferimento al prossimo Pum – Piano Urbano di Mobilità), l’esigenza di riempire di contenuti reali lo slogan di “Città Metropolitana” per poter fornire maggiore unitarietà e coesione alla città e l’importanza di puntare sul ruolo Euro mediterraneo che Reggio deve avere, specie nel rapporto con l’altra sponda (autobus del mare). L’Atam, dunque, può avere un punto di svolta se vengono individuati nuovi servizi da attivare in sinergia con il Comune di Reggio Calabria.  Servizi che devono colmare le necessità dei cittadini. Va considerato che è imprescindibile una vera innovazione tecnologica. Soltanto così si potrà pensare ad alcune diversificazioni dell’attività aziendale che non potranno che portare nuova linfa e vigore alla saluta dell’azienda stessa. Come ad esempio: il trasporto di portatori di handicap ai centri di riabilitazione, ambulatori e istituti scolastici; il trasporto degli studenti universitari portatori di handicap nell’ambito urbano tra il loro domicilio e le sedi del corso di laurea frequentato; l’“Autoparco” e l’ “Autorimessa” per tutte le autovettura di proprietà del comune di Reggio Calabria; l’utilizzo, in via sperimentale, di una tecnologia a sensori applicata ai parcheggi cosiddetti “intelligenti”. Grazie ai sensori installati in concomitanza delle linee che delimitano i posti auto, gli automobilisti possono ricevere attraverso un apposito programma scaricabile da qualsiasi smart phone, una segnalazione relativa al parcheggio disponibile più vicino. L’obiettivo è quello di migliorare sia la qualità di vita dell’automobilista che la viabilità delle città, sempre più danneggiate dalla congestione del traffico. Per realizzare tutto quanto scritto è auspicabile una concreta sinergia tra istituzioni e università, in quanto fucina di talenti, di creatività e luogo per eccellenza dell’alta formazione. Una nuova politica dei trasporti non potrà prescindere dall’assicurare il pieno diritto alla mobilità delle persone e delle merci sul territorio, attraverso un assetto equilibrato dei servizi di trasporto, nel rispetto dell’ambiente, dell’equità sociale e delle future generazioni. Noi chiediamo al sindaco un urgente dibattito in Consiglio comunale perché si faccia luce sul presente, si preservi il futuro dell’Atam e si discuta sul presente documento».

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