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«La Calabria frana e la Regione tace»

COSENZA Quanti ingegneri si occupano di monitorare le coste jonica e tirrenica della provincia di Cosenza? Uno. Quanti dipendenti hanno il compito di vigilare sul Crati, dalla sorgente alla foce? U…

Pubblicato il: 12/11/2011 – 15:46
«La Calabria frana e la Regione tace»

COSENZA Quanti ingegneri si occupano di monitorare le coste jonica e tirrenica della provincia di Cosenza? Uno. Quanti dipendenti hanno il compito di vigilare sul Crati, dalla sorgente alla foce? Uno. E quanti sono i fondi che la Regione ha trasferito alla Provincia perché questa si occupi di alluvioni, frane, mareggiate e terremoti? Poco più di 900mila euro. A fronte di un fabbisogno che supera gli ottanta milioni soltanto per gli interventi sui fiumi e l`erosione costiera. Le cifre aiutano a capire meglio in che stato versa la difesa del suolo in Calabria. La conclusione è riassunta in una battuta del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio: «Speriamo che l`inverno non sia piovoso come annunciano le previsioni meteo». Bisogna guardare verso l`alto e fare gli scongiuri. Perché se la Calabria fosse colpita da un evento eccezionale come un`alluvione, nessuno sarebbe in grado di intervenire. Arturo Riccetti, assessore ai Trasporti, da tre anni fa i conti con le strade interrotte per le frane: quindici sono ancora chiuse, e su altre ventisei, colpite da smottamenti tra il 2008 e il 2010, si circola a senso unico alternato. Riccetti spiega che «oggi sarebbe impossibile fronteggiare un evento catastrofico. Non può farlo la Regione, che, come dice sottosegretario alla Protezione civile, Francesco Torchia, non è disposta a scucire un centesimo; non possono farlo i Comuni, che vivono una condizione di grave difficoltà; non possono farlo i volontari, che non vedono da tre anni un rimborso spese». E non può farlo la Provincia, alla quale Roma e Catanzaro fanno mancare i fondi necessari.
Il punto è proprio questo: alla Provincia, secondo una legge regionale che risale al 2002, toccano le competenze sulla sistemazione idraulica e le aste fluviali. La Regione, però, ha trasferito risorse per soli 962mila euro e solo per il 2009. Per i due anni successivi, la quota è pari a zero. La norma, invece, prevede che l`amministrazione regionale trasferisca «le risorse necessarie» (non semplicemente quelle disponibili) alle Province, insieme al personale che deve occuparsi delle questioni legate all`assetto del territorio. E, invece, mancano finanche gli ingegneri.
Il guaio è che la penuria di risorse blocca gli interventi e fa moltiplicare le cause intentate dai privati danneggiati dalle piccole e grandi catastrofi che si registrano ogni anno. Le vertenze legali pendenti sui servizi passati (si fa per dire) dalla Regione alla Provincia pesano per 9 milioni di euro sul bilancio. Impossibile continuare così. Lo dice, ancora, Mario Oliverio: «Non ci danno la possibilità di esercitare le competenze». È per questo che, lo scorso anno, tutte e cinque le Province hanno inviato una diffida a tutte le Procure e le Prefetture calabresi: per tutelarsi in caso di eventi drammatici. Da allora, «nonostante le ripetute sollecitazioni, la Regione non ha mai inteso parlare con noi. Neppure per dirci che non c`è nulla da fare. Registriamo un silenzio che sa di irresponsabilità». Da qui la proposta che Oliverio estenderà ai quattro “colleghi” di Catanzaro, Reggio Calabria. Vibo Valentia e Crotone: «È arrivato il momento di restituire le deleghe alla Regione, non perché vogliamo lavarcene le mani, ma perché non siamo messi in condizione di lavorare». È, questo, uno scontro che il presidente della Provincia non vuole spostare sul piano politico («lasciamo ad altri la demagogia»), anche se assesta una stoccata al centrodestra: «La giunta Loiero aveva predisposto un piano per la difesa del suolo, piano che la giunta guidata da Scopelliti ha azzerato». Mettendosi, su questo, in pari con il governo nazionale, che ha dirottato a nord i fondi Fas per la viabilità.
Il guaio è che di fondi ne servirebbero moltissimi. Le cifre sono spaventose: la Provincia, solo per sistemare le strade avrebbe bisogno di 300 milioni, e altri 500 dovrebbero andare ai Comuni per gli interventi di loro competenza. Un quadro desolante, che il geologo Carlo Tansi arricchisce di un dato: «Davanti a tanti problemi e al peggioramento dei fronti franosi, la Regione non ha neppure aggiornato il Pai, documento che racconta i rischi sul territorio».
Davanti a una voragine (economica e normativa) del genere, però, le casse (della Regione e del governo) restano chiuse, mentre il denaro viene dirottato su capitoli più “vistosi”, che possono garantire un ritorno elettorale più immediato. E, mentre la Calabria frana, secondo Oliverio «la maggioranza pensa a resuscitare un cadavere legislativo, proponendo di “rifondare” l`Afor anziché scioglierla come previsto, peraltro, da una legge del 2007». Un progetto che il presidente della Provincia bolla come inutile: «Vogliono solo cambiare la targa all`ingresso. Al territorio serve ben altro».

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