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La Calabria sul palco del Valle occupato

Lo spettacolo “Perché il cane si mangia le ossa”, coproduzione Teatro della Ginestra/Teatri del Sud mercoledì 16 novembre sarà ospite della “tre giorni di drammaturgia” organizzata dal teatro Valle…

Pubblicato il: 12/11/2011 – 17:37
La Calabria sul palco del Valle occupato

Lo spettacolo “Perché il cane si mangia le ossa”, coproduzione Teatro della Ginestra/Teatri del Sud mercoledì 16 novembre sarà ospite della “tre giorni di drammaturgia” organizzata dal teatro Valle occupato di Roma.
Carlo Marrapodi ed Emilia Brandi interpretano il testo di Francesco Suriano, che firma anche la regia. Un viaggio in una città immaginaria tra gli esclusi e gli ultimi. Un uomo del sud, Rocco Fuoco, racconta il suo viaggio visto come fuga da sé e delirio del sé: è un ex metalmeccanico che ritorna verso un nord che lo ha respinto. Transito che favorisce incontri e scambi dai toni ironici e visionari tra donne e uomini che vivono ai margini: un ostello per senza casa, la stazione, il bar, le strade popolate di ragazzi razzisti con i pantaloni larghi e i capelli corti e ragazzi razzisti con i pantaloni stretti e i capelli rasati, finti poliziotti, donne fatali e innamorate. Tutti lo scambiano per un diverso, un extracomunitario e tentano di fargli credere che facendo parte di una fantomatica associazione risolverà i suoi problemi. La sua corsa furiosa avrà termine in un cimitero dove scoprirà le tombe dei suoi ex compagni di fabbrica: qui il personaggio Rocco Fuoco diventa Carlo Marrapodi, interprete dello spettacolo ed ex operaio della Thyssenkrupp di Torino, che racconta il suo ultimo giorno di lavoro.
«Questo spettacolo – racconta Suriano – nasce da un incontro: il giorno che ho conosciuto Carlo Marrapodi, ex attore ma ancora attore, ex metalmeccanico ma ancora operaio impegnato nei diritti di tutti i lavoratori, l`estate scorsa a Reggio Calabria, quello stesso giorno abbiamo deciso di realizzare un lavoro insieme. Come tutti, conoscevo la triste storia della Thyssenkrupp, anche perché da quel dicembre del 2007 per la prima volta questo paese si è interrogato sulle morti sul lavoro, anche se troppo presto se ne è dimenticato. Carlo Marrapodi per me ha significato la scoperta di un mondo, il mondo del lavoro in fabbrica, spesso un mondo sconosciuto. Scoprire la sua ormai rara coscienza politica e il suo desiderio di combattere, forse donchisciottescamente, il disinteresse da parte della nostra società nei confronti del lavoro e nei confronti della dignità dell`operaio».
Il regista è partito da un suo testo teatrale: “Perché il cane si mangia le ossa”. L`intento – spiega – è stato quello di allontanarmi il più possibile dal “fatto” e di addentrarmi in una storia che riguardasse tutti. Leggendo il testo mi rendevo conto di trovare affinità e assonanze con storie vissute da Carlo e dai suoi compagni di lavoro, anche loro del sud, arrivati come emigranti in qualche città del nord».
Lo spettacolo è basato su due viaggi, quello del desiderio di essere accettati come cittadini e lavoratori e il viaggio interiore, la ricerca di un possibile ruolo in questa società labirintica. «Un altro incontro – così ancora Suriano – è stato con Emilia Brandi, attrice e cantante calabrese, anche lei con un suo percorso teatrale e una formazione artistica con uno sguardo attento al sociale. In questo spettacolo si trasforma in cinque differenti personaggi femminili, la madre del protagonista, l`Arrobbafumu, che rivela il percorso che dovrà compiere il protagonista; Vita Tormentata la donna fatale; la custode dell`Antro delle Ninfe, luogo dove il personaggio di Rocco Fuoco cercherà un`investitura per entrare a far parte dell?associazione, ed infine Gianna, una giornalista che si ritrova come tutti i personaggi a vivere in un ostello per senza casa».
L`ultimo incontro è stato decisivo: Suriano ha conosciuto Canio Lo Guercio davanti ad un teatro romano dove si protestava per l`attuale condizione in cui versa il teatro italiano. «Assieme, ascoltando la sua musica “appassionata”, abbiamo scoperto delle affinità tra il mio testo e le parole delle sue visionarie e poetiche canzoni». Tra pochi giorni nella Capitale il frutto di 4 storie – artistiche e umane – che si sono intrecciate partendo da una delle tragedie sul lavoro più dolorose della storia italiana.

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