CATANZARO Nella richiesta di interdizione del commissario Graziano Melandri, clamorosamente avanzata dalla Procura di Catanzaro nel quadro dell`inchiesta che stamattina a portato a 5 arresti, Legambiente Calabria “legge” nuovamente il fallimento del commissariamento dell`Emergenza rifiuti in Calabria. «Si confermano – sostengono in una nota gli esponenti dell`associazione ambientalista – le nostre preoccupazioni sulle fallimento delle esperienze commissariali che si sono succedute in circa un ventennio nero e di quanti, anziché avere a cuore ed assumere responsabilmente scelte ed azioni politiche incisive ed efficaci per la gestione integrata dei rifiuti, usano la gestione commissariale come leva del malaffare». Il coinvolgimento del commissario, sul quale pende una richiesta di estromissione dall`Ufficio che verrà valutata dal Tribunale dopo l`interrogatorio che si terrà il 22 novembre, e l`avviso di garanzia che già aveva raggiunto l`assessore Francesco Pugliano, fanno sostenere a Legambiente come «le indagini evidenziano da un lato sofisticati sistemi di frode che, posti in essere dalla holding veneta del re della monnezza, Stefano Gavioli, permettono di incassare milioni di euro senza mai pagare tasse, e dall`altro come l`illecita gestione che ha causato il sequestro dell`impianto di trattamento, per effetto dello smaltimento del percolato all`interno del fiume Alli, inquini l`ambiente: la Calabria e i calabresi non possono permettere che il territorio sia preda di ecomafiosi». Gli esponenti del Cigno Verde ricolgono infine un paluso alla magistratura e alle forze dell`ordine.
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