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Il network del ricatto

REGGIO CALABRIA È praticamente una certezza: i tre presunti ricattatori di Orsola Fallara (e non solo dell`ex dirigente del Comune di Reggio Calabria) avevano dei complici. Lo scrivono i magistrati…

Pubblicato il: 17/11/2011 – 17:30
Il network del ricatto

REGGIO CALABRIA È praticamente una certezza: i tre presunti ricattatori di Orsola Fallara (e non solo dell`ex dirigente del Comune di Reggio Calabria) avevano dei complici. Lo scrivono i magistrati che hanno firmato l`ordinanza di custodia cautelare che ha portato all`arresto di Franco Antonino Consolato, Angelo Belgio e Rosa Bruzzese: «Numerosi ed eterogenei sono i dati probatori da cui si può evincere come il gruppo in esame sia più esteso del nucleo effettivamente individuato». Un fatto che emerge dal tipo di “affari” in cui le persone arrestate si erano specializzate. È il modus procedendi, «dall`individuazione delle vittime alle modalità operative di aggancio e successiva interlocuzione», che lascia presupporre l`esistenza di «una fitta rete di soggetti gravitanti e immessi nel tessuto organizzativo». L`esistenza di una “fabbrica del ricatto” sarebbe suggerita anche dal rinvenimento di un`agendina sequestrata a Consolato: «Nella parte sinistra della stessa sono contenute indicazioni in ordine a soggetti e luoghi (ad esempio: Paolo/Cedir scale; Parcheggio Vv. Ff.; Bruno/Piazza Orange) e nella parte destra sono contenute frasi convenzionali (Caccamo sotto ponte autostrada spirito santo, Fidanzata Finanza, … Il bambino è caduto e si è fatto male vederci urgentemente». Particolari che lasciano il campo a due osservazioni: «Anzitutto l`esistenza di un gruppo più nutrito di soggetti che partecipano al sodalizio in esame laddove le indicazioni e le connessioni di nomi con singole zone della città è del tutto funzionale al modus procedenti descritto, caratterizzato da “cacce al tesoro” nei termini di cui si è detto» (a ogni ricatto era collegato una sorta di “inseguimento” delle informazioni in gioco, anche nel caso di Orsola Fallara). Il secondo indizio è «l`uso di un linguaggio cifrato e convenzionale del tutto confacente a chi dirige le fila di un`organizzazione che presenta inevitabili agganci nei settori istituzionali e negli opposti settori dei locali circuiti malavitosi».
Gli inquirenti hanno già una traccia: «Il quarto sconosciuto è indicato dagli altri compartecipi con il nome di “Andrea”». Si tratta di una persona «certamente partecipe non già (solo) per il suo concorso nella vicenda “Fallara” (era “Andrea” che avrebbe dovuto portare avanti la trattativa), ma perché dall`esame complessivo della stessa è dato evincersi i tratti strutturali tipici del sodale che si interfaccia con gli altri compartecipe, facendo uso delle schede attivate in modo illecito dal gruppo, godendo della fiducia degli altri membri del sodalizio ed infine cooperando nella realizzazione del programma associativo ed attuando il modus procedendi illecito del sodalizio di cui si è detto».
Le indagini vanno avanti, ma i magistrati evidentemente non escludono di essere davanti a un possibile network del ricatto.

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