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Cisterna si difende davanti alla prima Commissione del Csm

REGGIO CALABRIA Il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Alberto Cisterna, ha presentato una memoria nel corso dell’audizione davanti alla prima commissione del Consiglio superi…

Pubblicato il: 17/11/2011 – 17:55
Cisterna si difende davanti alla prima Commissione del Csm

REGGIO CALABRIA Il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Alberto Cisterna, ha presentato una memoria nel corso dell’audizione davanti alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che, il 3 novembre scorso, ha aperto un fascicolo per verificare se se ci sono le condizioni per disporre il trasferimento d`ufficio per incompatibilità nei confronti del vice di Grasso che risulta indagato a Reggio per corruzione in atti giudiziari. Un atto dovuto quello della Commissione presieduta da Niccolò Zanon davanti al quale Cisterna ha negato ogni addebito circa le accuse mosse dal collaboratore di giustizia Nino Lo Giudice. Ascoltato questa mattina a Palazzo dei Marescialli, il magistrato reggino ha risposto a tutte le domande poste dai consiglieri della prima commissione del Csm che tornerà a discutere del caso nelle prossime settimane. L`indagine su Cisterna, avviata dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, parte dalle dichiarazioni di un pentito, Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato degli attentati della procura di Reggio nel 2010. Lo Giudice ha riferito che suo fratello Luciano gli avrebbe lasciato intendere che Cisterna avrebbe accettato un regalo da lui, probabilmente soldi, in cambio di un suo intervento per la scarcerazione di un altro fratello, Maurizio Lo Giudice, già collaboratore di giustizia. Il procuratore aggiunto della Dna aveva già chiarito la sua posizione durante un interrogatorio tenuto a Roma davanti al procuratore Pignatone e al sostituto della Dda Beatrice Ronchi ai quali aveva spiegato che i contatti con Lo Giudice erano esclusivamente legati alla disponibilità di quest`ultimo a fornire informazioni utili alla cattura dell`ex latitante Pasquale Condello. Informazioni che venivano raccolte dal colonnello Ferlito, all’epoca responsabile del Sismi. Il pentito Lo Giudice aveva puntato il dito contro il magistrato reggino attraverso un memoriale depositato al Tribunale della Libertà di Catanzaro. Poche pagine con cui, di fatto, il collaboratore aveva ribaltato la versione di pochi mesi prima quando, riferendosi a Cisterna, non ha mai fatto cenno a comportamenti ambigui del procuratore aggiunto della Dna. A settembre sulla vicenda si è espressa la Procura generale della Corte di Cassazione che da una parte ha stabilito che la Procura di Reggio è competente sull`indagine nei confronti di Cisterna e dall`altro ha trattenuto alcuni atti dell`inchiesta per accertare eventuali anomalie sulla gestione del fascicolo. Di recente, invece, la Procura generale presso la Corte d`Appello ha rigettato la richiesta di avocazione, presentata da Cisterna, dell’indagine il cui impianto accusatorio è fondato sulle dichiarazioni di un pentito che non ha saputo spiegare neanche il motivo per cui ha piazzato le bombe alla Procura generale e sotto l’abitazione del pg Salvatore Di Landro.

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