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Estorsioni a Vibo, cinque arresti

Un concessionario di auto di Vibo Valentia era costretto a consegnare gratis  o a cifre irrisorie macchine di lusso agli affiliati al clan. Succube della violenza della cosca, in un caso, aveva con…

Pubblicato il: 17/11/2011 – 19:06
Estorsioni a Vibo, cinque arresti

Un concessionario di auto di Vibo Valentia era costretto a consegnare gratis  o a cifre irrisorie macchine di lusso agli affiliati al clan. Succube della violenza della cosca, in un caso, aveva concesso che su un suo immobile venisse esposto un manifesto pubblicitario di un suo concorrente. Questa mattina, però, gli agenti della Squadra Mobile hanno fatto scattare le manette ai polsi dei suoi aguzzini. Con l`accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso sono stati tratti in arresto Andrea Mantella, vibonese di 39 anni figura emergente del clan Lo Bianco, Francesco Antonio Pardea, 26 anni di Tropea, Salvatore Morelli, 29 anni di Vibo, Francesco Scrugli 41 anni e Vincenzo Mantella 26 anni. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Catanzaro su richiesta della Dda. L’inchiesta è stata diretta dal Procuratore della Repubblica aggiunto, Giuseppe Borrelli, e dal pm Pier Paolo Bruni.
L`inchiesta è partita grazie alle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia Samuele Lo Vato, affiliato al clan Forastefano di Cassano. L`uomo si trovava ai domiciliari nella clinica “Villa Verde” a Donnici. Nel periodo della sua permanenza nella struttura sanitaria ha conosciuto Andrea Mantella, «una persona di rispetto». I due ndranghetisti sarebbero entrati in confidenza tanto da rivelarsi a vicenda gli affari dei clan di appartenenza. Il collaboratore ha così raccontato come Mantella nonostante fosse ristretto in clinica riusciva ancora a comandare i suoi uomini che quasi giornalmente andavano a fargli visita. Ma a rendere omaggio al boss detenuto andavano anche alcuni imprenditori, con tanto di vassoio di dolci. Tra questi anche il concessionario su cui ruota l`inchiesta. Secondo quanto ricostruito Mantella inviò Morelli e Scrugli a parlare con l`imprenditore vibonese per fargli dire di andare a trovarlo perché c`erano dei problemi da affrontare.  E l’imprenditore si recò effettivamente in clinica a trovare Mantella, portandogli anche una guantiera di dolci «in segno di cortesia», come scrive il gip nella sua ordinanza. Sentito dagli inquirenti il concessionario vibonese ha però negato di avere dei problemi con Mantella e i suoi uomini. Eppure attraverso le intercettazioni gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a dimostrare  il clima di soggezione e violenza fisica a cui era sottoposto l`imprenditore.
I particolari dell`operazione sono stati resi noti oggi durante una conferenza stampa cui hanno partecipato il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, l`aggiunto Giuseppe Borrelli, il questore Vincenzo Roca e il capo della Squadra Mobile Rodolfo Ruperti. Il procuratore Borrelli ha puntato l`attenzione sull`elevato «tasso di “malati” tra gli arrestati per mafia in Calabria, personaggi che molto spesso finiscono per essere ricoverati nelle stesse strutture». «Si crea così – ha aggiunto il procuratore – una sorta di Gran Hotel, dove si creano pericolose connessioni, dove si ricevono visite e si intrecciano accordi».

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