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"La mafia fa schifo". Gratteri e Nicaso hanno presentato il loro libro

REGGIO CALABRIA «Vado nelle scuole a parlare di mafia da vent’anni, quando non ero ancora una soubrette». Nicola Gratteri rigetta con una battuta le recenti malignità «dei benpensanti, di coloro ch…

Pubblicato il: 22/11/2011 – 15:35
"La mafia fa schifo". Gratteri e Nicaso hanno presentato il loro libro

REGGIO CALABRIA «Vado nelle scuole a parlare di mafia da vent’anni, quando non ero ancora una soubrette». Nicola Gratteri rigetta con una battuta le recenti malignità «dei benpensanti, di coloro che dicono che sto più da Fazio che al lavoro. Li voglio tranquillizzare: quando parlo ai ragazzi o vado in tv sono in ferie». Non sarà una soubrette, ma un campione del contrasto fattivo alla ‘ndrangheta e una star dell’informazione pubblica di certo sì, come dimostra l’auditorium “Nicola Calipari” del consiglio regionale, gremito di studenti di tutte le scuole reggine.
L’occasione è speciale: la prima presentazione ufficiale di La mafia fa schifo, l’ultima fatica letteraria del procuratore aggiunto della dda di Reggio e del giornalista Antonio Nicaso. Un libro in cui i due autori hanno deciso di dare voce a idee, lettere e riflessioni dei ragazzi che hanno incontrato negli ultimi cinque anni, in occasione dei tour informativi nelle scuole connessi alla promozione delle pubblicazioni precedenti, come Fratelli di sangue e La malapianta. L’opera di sensibilizzazione, secondo Gratteri, comincia finalmente a dare i suoi frutti: «Oggi da parte dei giovani c’è un atteggiamento più attento, più arrabbiato rispetto a quello di cinque anni fa. Le analisi dei ragazzi sono sempre più lucide, c’è sempre maggiore consapevolezza».
Il magistrato è convinto che si debba lavorare sulle coscienze delle nuove generazioni per provocare il cambiamento culturale necessario per sconfiggere le mafie. Superata la soglia della maturità, non c’è più molto da fare: «Parlare ai cinquantenni è tempo perso, le personalità sono già formate e non si possono modificare». Sono dunque i giovani gli interlocutori privilegiati, e per tutta la conferenza Gratteri non smette mai di inondarli di consigli, per evitare le umiliazioni e gli inganni degli adulti. Non mancano esempi concreti: «Subito dopo l’omicidio Fortugno, a Locri nacque un movimento spontaneo di ragazzi, che venne corrotto dalla politica. I politici entrarono nei cortei solo per una settimana, fino a quando cioè erano presenti le telecamere. Il loro intervento non ha fatto altro che spaccare quella mobilitazione, 30mila persone dissolte nel nulla». L’antidoto contro strumentalizzazioni di questo tipo è solo lo studio, la conoscenza: «La cultura è l’unica arma efficace per non essere fregati dal mondo degli adulti».
«Questo libro – dice Antonio Nicaso – nasce dall’esigenza di sentire cosa hanno da dire i ragazzi sulla ‘ndrangheta. La mafia, fin dai tempi dell’Unità d’Italia, è una creatura del potere, la sua essenza sta nei rapporti con i poteri forti». È, soprattutto, una cultura, fatta di norme, credenze, valori e simboli. L’opera di opposizione per Nicaso passa dunque «dalla lotta a questi suoi miti. La ‘ndrangheta, la mafia e la camorra si differenziano dalle altre organizzazioni criminali soprattutto per via dell’ossessione per le regole interne. I mafiosi si nutrono del nostro riconoscimento sociale, del nostro silenzio. Il contrasto passa dalla parola».
Passa, soprattutto, dalla conoscenza profonda del fenomeno. Nicaso invece crede che spesso si parli di ‘ndrangheta a sproposito: «Si dice che ultimamente le cosche calabresi si siano sicilianizzate, che abbiano da poco tempo una cupola, retta dal capo Crimine Oppedisano. È totalmente sbagliato. Abbiamo prove giudiziarie che confermano la presenza del Crimine già nel 1932. La ‘ndrangheta ha sempre avuto un sistema di raccordo, una struttura immutabile nel tempo che costituisce la sua forza».
All’incontro erano presenti anche il presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, i consiglieri Demetrio Battaglia e Giuseppe Giordano, e il colonnello della Guardia di Finanza Cosimo Di Gesù.

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