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Truffa all`Unione europea, sequestrati beni per oltre un milione di euro

REGGIO CALABRIA Beni sotto sequestro per un valore di un milione e 125mila euro e quindici persone indagate per  associazione a delinquere, frode informatica e truffa. È il bilancio dell`operazione…

Pubblicato il: 23/11/2011 – 7:16
Truffa all`Unione europea, sequestrati beni per oltre un milione di euro

REGGIO CALABRIA Beni sotto sequestro per un valore di un milione e 125mila euro e quindici persone indagate per  associazione a delinquere, frode informatica e truffa. È il bilancio dell`operazione fatta scattare all`alba di oggi dai carabinieri nell`ambito di un`inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria su un presunto raggiro ai danni dell`Unione europea in relazione all`erogazione di alcuni finanziamenti. Il fascicolo è stato aperto sulla base di una denuncia.
Tra gli indagati figurano produttori agricoli dei settori oleario e seminativo, nonché impiegati di centri di assistenza agricola della provincia di Reggio Calabria.
I beni a cui sono stati apposti i sigilli (il cui valore è equivalente al finanziamento che sarebbe stato ottenuto illegalmente) consistono in conti correnti, fondi d`investimento, depositi titoli, prodotti assicurativi e immobili adibiti a uffici ubicati a Reggio Calabria.
A eseguire il sequestro preventivo è stato il nucleo Antifrodi dell`Arma di Salerno, unitamente ai militari del comando provinciale reggino.
IL MECCANISMO L’attività investigativa avrebbe fatto venire alla luce la presunta condotta fraudolenta di alcuni impiegati di Centri di assistenza agricola della provincia di Reggio Calabria. Questi ultimi sarebbero riusciti a individuare, accedendo alla banca dati del Sistema informativo agricolo nazionale, i dati relativi a superfici agricole incolte. Terreni che sarebbero stati poi indicati nella “dichiarazione di produzione aziendale” all’insaputa dei proprietari, al fine di ottenere finanziamenti che venivano indebitamente percepiti. I fascicoli aziendali “manomessi” sarebbero stati oltre mille. La frode avrebbe riguardato le campagne olivicole degli anni compresi tra il 2002 e il 2005, consentendo di attestare produzioni maggiorate o addirittura inesistenti.
I DESTINATARI DEL SEQUESTRO Il provvedimento cautelare è stato notificato a Leo Zappia, 43 anni, di Reggio Calabria; Rosetta Chiricosta (33), di Reggio Calabria; Antonella Chiricosta (36), di Siderno; Vincenzo Chiricosta (38), di Locri; Giovanni Figliomeni (38), di Siderno; Rosario Fallara (42), di Reggio Calabria; Espedito Gullace (43), di Gioiosa Jonica; Vincenzo Gullace (34), di Rosarno; Angelo Caruso (34), di Sinopoli; Giovanni Morabito (40), di Reggio Calabria. Nei confronti degli indagati è stato disposto anche il blocco totale dei pagamenti, al fine di evitare altre illegittime erogazioni di denaro pubblico. Nei confronti di quanti operavano all`interno dei Centri di assistenza agricola “Copagri” e “World service”, che secondo l`accusa avrebbero abusato della loro posizione favorendo l`attività fraudolenta, è stata inoltre chiesta l`interdizione dallo svolgimento delle funzioni di rappresentanza e inibito l`accesso ai dati informatici.
L`INIZIO DELLE INDAGINI L`attività investigativa appare uno sviluppo di quella già condotta lo scorso anno dai carabinieri della stazione di Reggio Calabria, che aveva portato all`arresto di Leo Zappia e Rosetta Chiricosta. Questi ultimi, secondo quanto sostengono gli inquirenti, avrebbero approfittando della gestione del centro “World Service”, inserendo nel sistema informatico posizioni di produttori deceduti o ignari e trasferendo un cospicuo “pacchetto” di imprenditori presso il centro di assistenza agricola concorrente, quello della Copagri, dove Zappia e Chiricosta avevano “piazzato” Figliomeni, cognato di Zappia. L`indagine ha messo in evidenza una «spiccata permeabilità alle frodi dell`attuale sistema di aiuti fondato sostanzialmente sulla mera disponibilità cartacea ed informatica di terreni agricoli, abbinata ai dati “storici” della produzione passata in particolare nel settore olivicolo, senza alcun controllo sulla effettiva realtà delle imprese dichiarate».

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