CATANZARO Il peggio non è passato. Situazioni simili alle scene catastrofiche vissute nelle ultime ore in Calabria sono destinate a ripetersi. È quanto ha affermato il capo del dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, che si è recato a Catanzaro per fare il quadro della situazione dopo gli ingenti danni che sono stati arrecati dal maltempo. La prima stima della devastante ondata di maltempo che ieri si è abbattuta sulla Calabria, in particolare nel Catanzarese e in minima parte nel Reggino, è di 150 milioni di euro. Ma, secondo il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, non ci sono soldi per intervenire. Il governo ha già spiegato che non esistono risorse né per la Calabria, né per le altre regioni: «La situazione è drammatica».
Gabrielli ha tenuto una riunione operativa nella sede della Prociv a Germaneto. «Il maltempo – ha sostenuto – nelle prossime ore si sposterà verso est e ci saranno criticità in Puglia e qualcosina ancora in Calabria. Però, siamo in autunno, poi ci sarà l`inverno e situazioni di questo genere ci accompagneranno. Ciò in presenza di due regioni, Toscana ed Emilia Romagna, che hanno il problema opposto, quello della carenza idrica. Questo è il tempo che ci è dato di vivere».
Secondo il capo della Protezione civile, «si deve superare la cultura della scaramanzia ed arrivare ad una cultura della consapevolezza che per il nostro Paese è un percorso più impegnativo ma molto più proficuo». Inoltre è necessario «puntare alla prevenzione con un sistema di informazione e formazione della gente che è il modo migliore, se non altro, per contare meno vittime».
Soffermandosi sulla situazione della Calabria, in particolare, Gabrielli ha sottolineato come siano in atto ormai da mesi «investimenti in termini di sensibilizzazione. Tra qualche giorno faremo l`esercitazione “Calabria 2011” che ha per oggetto il rischio sismico che non è meno preoccupante per questa zona. Abbiamo fatto un grosso lavoro con la Protezione civile regionale, con le istituzioni locali, le Prefetture ed il sistema scolastico. Gran parte della possibilità di crescere passa attraverso una seria diffusione della cultura di protezione civile – ha aggiunto – e chi meglio
delle scuole può fare questa opera. Poi gli aiuti arrivano anche da fuori, anche se le tempistiche non sono sempre rapidissime, ma la prima vera grande risposta la dà il territorio, la sua capacità di essere preparato e attrezzato».
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